Lapam Confartigianto Imprese, CNA e Confcommercio-Fam dell’Area Nord intervengono sul tema della fusione tra comuni lanciato dal Sindaco di Mirandola Maino Benatti nei giorni scorsi.

La proposta di avviare un percorso che porti alla fusione di alcuni comuni nell’Area Nord lanciata dal Sindaco di Mirandola, va vista positivamente ed è giusto che se ne parli oggi più di ieri. Il superamento delle province, le ultime disposizioni legislative che obbligano i comuni, specie i piccoli, ad adottare forme associate di gestione dei servizi, ad uniformare le procedure di gara per l’acquisizione di beni e servizi, danno la stura per rilanciare il tema delle unioni comunali e della loro evoluzione in vere e proprie fusioni.

I comuni dell’Area Nord hanno una tradizione di gestione associata che parte da lontano ed è ora che si affronti con decisione il tema. L’omogeneità territoriale è alla base di un progetto di fusione che deve avere tra i propri obiettivi la razionalizzazione della spesa, la sostenibilità dei servizi pubblici, la semplificazione amministrativa.

Le nostre Associazioni sostengono da sempre che i processi di unificazione sono la strada da intraprendere ed in questi anni, per scelta o per forza, tutte le aree della provincia si sono attrezzate in questo senso. Le Unioni comunali, rappresentano un’opportunità che, se non evolve, rischia di diventare una sovrastruttura, perdendo quel valore aggiunto che nei primi anni avevano portato all’organizzazione dei comuni associati.

Le considerazioni portate dai sindaci del territorio, sono legittime e ci portano a pensare che questi processi non si possono realizzare immediatamente. Occorre peraltro sottolineare come vi siano percorsi di consultazione e partecipazione dei cittadini che vanno salvaguardati. Tuttavia crediamo che questo sia il tempo del coraggio e dell’azione anche partendo dai territori. Il mondo delle imprese pensa ed opera già in un’ottica più ampia, un’ottica di mercato che va necessariamente oltre i confini amministrativi storici. L’esperienza del terremoto, nella tragedia che ha rappresentato, ha unito le nostre comunità. Siamo tutti alle prese con la ricostruzione e le nostre imprese vivono i medesimi problemi. Pensiamo a quali vantaggi in termini di organizzazione e di omogeneità di risposta, avrebbe avuto una gestione unica degli servizi tecnici e delle procedure del sisma, in capo all’Unione dei comuni o ad un ipotetico comune unico. Un unico interlocutore per cittadini ed imprese, un unico soggetto amministrativo per interloquire con regione e governo. Non avrebbe risolto tutti i problemi, ma di certo sarebbe stato un punto decisivo per la gestione dell’emergenza.

A partire da questo esempio crediamo che tutti si debba essere impegnati per iniziare questo percorso con serietà e decisione.