Una folla di bolognesi ha salutato, prima nella camera ardente nella sede della Provincia e poi ai funerali nella Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano, il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, morto sabato per le conseguenze di un incidente stradale. La presidente della Provincia Draghetti, nell’orazione funebre, ha sottolineato l’affetto unanime intorno alla figura di Venturi.
La Commemorazione ufficiale della presidente della Provincia Beatrice Draghetti
Carissimo Giacomo, carissimo Vicepresidente,
in questi lunghi anni di lavoro insieme in Provincia, ci siamo allenati e abituati a costruire e a condividere scelte e decisioni, a praticare collegialità e confronto, a progettare il futuro, a salutarci a fine giornata dicendoci “Ci vediamo domani”….. Questa cosa che ti é successa, che ci é successa ha rotto tutti gli schemi, i nostri schemi. Nella sua potenza fragorosa, che ci ha ammutolito, ci viene consegnata ora come una novità che interpella ciascuno di noi.
Come vedi, c’è tantissima gente qui attorno a te, moltissimi in questi indescrivibili ultimi 20 giorni hanno scritto, hanno telefonato, hanno fatto sentire la loro vicinanza attraverso altri amici. É una manifestazione corale di affetto, di stima, di dolore, di parole calde, di silenzio pieno di pensieri. Non si improvvisa certo una compagnia così larga, un abbraccio così stretto…. Vengono da lontano, cresciuti lungo il tuo cammino di uomo e di amministratore.
Ti piaceva la prospettiva dell’unanimità dei pareri, perché per te era una garanzia in più di aver risolto un problema veramente per tutti. Se qui facessimo alzare le mani sul tuo profilo, non ci sarebbe nessun contrario e nessun astenuto, ma tutti favorevoli: Giacomo che corre, Giacomo che c’è, Giacomo che é sul pezzo, Giacomo che convoca i tavoli, Giacomo che conclude. Poi anche Giacomo che non molla quando punta un argomento, Giacomo che appena può parla di militari, Giacomo che non stacca orecchi e occhi dal cellulare, Giacomo che ” ti richiamo fra 5 minuti…”
Abbiamo potuto contare su di te: tu c’eri.
Quello che é successo domenica 14 settembre ha interrotto un’esperienza, quella che abbiamo vissuto con la tua presenza fisica, in mezzo a noi. Ci sgomenta questo stacco, questa situazione così imprevista, così lontana dalle nostre attese, così agli antipodi del tuo movimento.
Ognuno di noi negli ultimi 20 giorni ha messo sicuramente questo evento drammatico dentro alla sua personale lettura dell’esistenza umana: a nessuno é stato risparmiato lo strazio di fronte a uno spazio non più occupato da te.
Ma non possiamo fermarci qui, ti dobbiamo una reazione positiva, costruttiva, di speranza…. Non si muore così per niente: la tua morte, Giacomo, sul campo del dovere quotidiano, della passione per la cosa pubblica, della ricchezza dei legami e dei rapporti istituzionali e amicali ce la porteremo dietro non solo come peso che stringe il cuore, ma anche e soprattutto come impegno a cercare di stare sempre dalla parte delle cose che hanno veramente valore, di ciò che é dignitoso, di ciò che riesce a farci migliori e costruttori esclusivamente di prospettive buone.
Soprattutto negli ultimi mesi noi due abbiamo parlato tanto di futuro: i tempi così incerti e spesso pesanti e alcune decisioni da prendere anche a livello personale ci hanno permesso di sottolineare molto le cose che contano, e non solo alla fine della vita, e che costituiscono gli indicatori autentici delle strade da intraprendere.
È stato bello per me, e sono sicura di poterlo dire anche a nome di tutta la Giunta provinciale, in questi anni diventare anche amici facendo gli amministratori…Quanti orientamenti abbiamo preso insieme in Giunta: l’ultimo, ancora all’unanimità, qui, oggi é un grazie affettuosissimo a te, Giacomo.
Ecco, adesso ti lasciamo andare: non puoi pretendere che non si pianga, ma stai certo che il pensiero di te é gioioso per tutti noi.