lavoro_denaroIn Emilia-Romagna, si smorza la contrazione delle vendite a prezzi correnti per gli esercizi al dettaglio in sede fissa: nel primo trimestre del 2014 si registra un calo del 2,8 per cento rispetto al – 4,4 dello stesso periodo del 2013. Si allevia il peso dell’eccedenza delle giacenze e migliorano le previsioni per il prossimo trimestre. A livello nazionale, la situazione resta più difficile (-3,7 per cento). Queste indicazioni emergono dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.
Le tipologie Nonostante il quadro sia alleggerito, le vendite del dettaglio specializzato vanno male: sia per gli specializzati in prodotti alimentari (-3,3 per cento), sia per gli specializzati in non alimentari (-3,2 per cento). La tendenza è solo lievemente negativa (-0,2 per cento) per le vendite degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini.
Alla dimensione delle imprese è correlato l’andamento delle vendite. È stato chiaramente negativo (-4,1 per cento) per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti), negativo (-2,4 per cento) per quella media (da 6 a 19 addetti), mentre per le imprese di maggiore dimensione (da 20 addetti in poi), la flessione è stata più contenuta (-1,0 per cento).
Il registro delle imprese Le imprese attive nel commercio al dettaglio a fine marzo 2014 erano 47.281. In un anno sono leggermente diminuite (-0,5 per cento, 246 unità). La tendenza è analoga a quella nazionale (-0,4 per cento). Crescono rapidamente le società di capitale (+5,2 per cento) e aumentano le cooperative e i consorzi (+1,5 per cento).
Crisi della domanda e restrizione del credito gravano sulle società di persone (-1,6 per cento) e sulle ditte individuali (-0,8 per cento), nonostante l’aumento delle imprese marginali operanti come forma di auto impiego.

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