tribunale_5La locale Autorità Giudiziaria nei giorni scorsi ha rinviato a giudizio tredici persone, dipendenti di una ditta di impianti e della Telecom Italia responsabili del reato di appropriazione indebita di cavi di rame e altro materiale ferroso, a seguito di una laboriosa indagine finalizzata al contrasto dei furti di rame in ambito ferroviario, condotta da personale della Squadra Amministrativa del Compartimento Polizia Ferroviaria per l’Emilia Romagna. Tra gli indagati, un dipendente Telecom è stato rinviato a giudizio per simulazione di reato ed il titolare di una ditta di recupero rottami metallici di Bologna per ricettazione continuata.
In particolare, l’attività delittuosa veniva condotta da undici dipendenti della ditta di impianti con sede a Spilamberto (Mo), azienda che eseguiva lavori di manutenzione degli impianti elettrici per conto della Telecom Italia, che all’insaputa dei titolari, ed in accordo con due dipendenti della Telecom Italia (che avevano il compito di sovrintendere i lavori), si sarebbero appropriati di cavi di rame e altri metalli ferrosi rivendendoli all’azienda di recupero rottami di Bologna.
L’ importo complessivo ricevuto in contanti dagli indagati per conferimenti presso l’azienda di recupero rottami di rame e altri materiali ferrosi nel periodo 2006-2008, sarebbe di oltre 209.000,00 euro.  L’attività delittuosa si è completata, in alcuni casi, attraverso le false denunce di furto di questi cavi di rame.

A giungere a tale risultato è stata una complessa attività di investigazione, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e protrattasi per oltre tre anni, nata da un controllo amministrativo eseguito nei confronti della ditta di recupero rottami metallici di Bologna, a seguito della quale erano emerse delle irregolarità nella tenuta della documentazione amministrativa, da cui poi si è risaliti dopo una lunga indagine alle responsabilità degli indagati.