Cambiano i criteri di assegnazione delle case popolari, ma non mancano polemiche in consiglio. I nuovi elementi inseriti dall’ordine del giorno proposto dalla giunta (e votato dalla maggioranza, mentre il pd esce dall’aula) riguardano gli articoli 6 e 11, e oltre alla riforma di condizioni oggettive e soggettive (norme che prevedono lavoratori autonomi e partite iva, revisione delle età per le giovani coppie, esclusione per chi rifiuti le assegnazioni senza giustificato motivo), il criterio che fa discutere è la cosiddetta anzianità di residenza o residenzialità storica, ovvero il punteggio – da 2 a 10 punti, spalmati su un range che va dai 5 ai 25 anni ed oltre – che premia chi risiede dal territorio da più anni. «Migliorie attese da tempo», secondo la maggioranza, «criteri incongrui, per come sono stati calibrati i punteggi» secondo il partito democratico che rimarca come il regolamento nasca già zoppo, dal momento che, fa notare al pd, a breve la materia passerà al vaglio dell’
Unione dei Comuni. «Con la quale – si è detto dai banchi di maggioranza – discuteremo quando ce ne sarà occasione». Ben sapendo, ha ricordato l’assessore Corrado che da una parte Sassuolo ha oltre 500 alloggi popolari, dall’altra «era necessario riordinare la giungla dei criteri di assegnazione». La maggioranza rivendica la bontà del suo operato, la minoranza evidenzia come «il problema non sia sul principio, ma sui punteggi, alti, assegnati alla residenza a scapito di altre forme di disagio». Nel frattempo, il regolamento passa, in coda ad un dibattito che si protrae fino ad oltre l’una di notte, e del quale daremo conto nelle prossime edizioni.
ANCHE SIAMO SASSUOLO ABBANDONA L’AULA
In merito al dibattito consiliare svoltosi ieri sera, e riguardante le modifiche concernenti il regolamento di assegnazione delle case popolari, il consigliere di Siamo Sassuolo Franca Cerverizzo precisa di avere abbandonato l’aula anche lei, «come comunicato alla presidenza del consiglio dopo il mio intervento con il quale – dice il consigliere – chiedevo il rinvio del punto in discussione».