“Leggere che la Procura starebbe facendo fatica – afferma Luca Ghelfi dell’Ncd – a orientarsi nella metodologia dei controlli e delle verifche di Aipo sugli argini, lascia perplessi. Che sia difficile capire come vengano controllati i diversi punti del fiume, e come si tenga memoria di quanto fatto, non è un buon inizio. Quali certezze possono avere i cittadini su cosa viene fatto se a fronte di un controllo, sta risultando complesso capire un dato che per un ente di controllo dovrebbe essere pane quotidiano: ovvero chi ha controllato cosa quando e cosa ha relazionato.
Un sistema non in grado di rendere conto del suo operato con dati precisi e inappuntabili, ha qualcosa che non funziona. Se quanto detto da Zincani, corrisponde al vero – e non c’è motivo di pensare il contrario – non è stato rilevato un sistema di geolocalizzazione per indicare dove sono stati fatti gli interventi: a questo punto urge rispondere ad una domanda. Ovvero: come sono stati spesi i soldi dei cittadini, anche quelli della Bassa, che mantengono la struttura di Aipo?”.