In Emilia-Romagna, nel terzo trimestre 2013, nel settore artigianato, la produzione è scesa del 3,2 per cento, e il fatturato, valutato prezzi correnti, del 2,9 per cento, ma il bilancio, pur negativo, è meno pesante rispetto ai mesi precedenti. Questa indicazione emerge dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.
La flessione della produzione è stata meno pesante di quella del 4,0 per cento riferita al trimestre precedente, ma gli ordini acquisiti si sono ridotti del 4,5 per cento. La riduzione è più contenuta rispetto a quella riferita all’artigianto manifatturiero nazionale (-4,0 per cento), ma sensibilmente più ampia di quella relativa al complesso della produzione industriale regionale (-1,8 per cento). La tendenza degli ordini è però più negativa rispetto a fatturato e produzione: ciò non depone a favore di un’evoluzione positiva nel breve termine. Le poche imprese con accesso ai mercati esteri peraltro hanno tratto ampio beneficio. Ci sono dati che inducono a riflessione e cautela: se il fatturato estero è salito del 3,2 per cento, va considerato però che gli ordini da Paesi stranieri non sono aumentati più dello 0,7 per cento.
Il profilo complessivamente negativo del settore si è associato ad una nuova riduzione della consistenza delle imprese artigiane manifatturiere. A fine 2013 quelle attive erano 30.525, 878 in meno rispetto all’analogo periodo dello scorso anno (-2,8 per cento).