Questo – conferma Raffaele Vosino presidente FIMAA Confcommercio – è il momento del massimo sforzo da parte delle agenzie per cogliere i deboli segnali di ripresa che il mercato sta cominciando ad inviare, ed ecco che i costi di gestione vengono appesantiti e il disagio sociale indotto frena i progetti delle famiglie.
Se da una parte l’inevitabile aumento del carburante aggravia il costo degli spostamenti in auto a carico degli agenti e dei loro collaboratori, dall’altra l’altrettanto inevitabile aumento del paniere delle famiglie rischia di rendere più oneroso l’acquisto di immobili abitativi e di indurre a rimandare decisioni già prese.
Venendo al dettaglio del peso dovuto all’aumento IVA, secondo il centro studi Confcommercio e quelli delle associazioni dei consumatori, ogni nucleo familiare, subirà un incremento valutabile a seconda dei capitoli di spesa: +130,43 euro per l’ incremento diretto dei prezzi dei prodotti soggetti a Iva al 22%; +76,58 euro per l’ incremento dell’ insieme di prezzi e tariffe (compresi quelli dei prodotti soggetti a Iva al 4% e al 10%, quali agroalimentari, carni, ecc.), dovuto all’ aggravio dei costi di trasporto, ai maggiori costi energetici, a ritocchi e arrotondamenti.
In sostanza benzina e trasporti assorbiranno la quota maggiore (35 euro in più l’ anno), la casa e la sua manutenzione costeranno almeno 27 euro, abbigliamento e calzature non meno 26,60 euro, calcolano Federconsumatori e Adusbef. Questa operazione IVA – conclude il presidente FIMAA Confcommercio Raffaele Vosino – rischia davvero di risultare dannosa per l’ intera economia.