Promuovere la mobilità internazionale degli studenti e del personale docente; sostenere l’internazionalizzazione e il miglioramento dei programmi di studio e dell’apprendimento digitale; incentivare la cooperazione strategica, i partenariati e lo sviluppo di capacità. Sono le tre sfide principali della strategia “Europa 2020”, alle quali ogni Stato membro dovrà dare seguito.

La Regione Emilia-Romagna – come emerso durante l’ultima seduta della Commissione Scuola, Formazione, Cultura, Lavoro e Sport dedicata proprio all’Istruzione superiore nel mondo – ha da tempo fatto dell’apertura internazionale uno dei punti cardine del sistema educativo e formativo regionale.

La convinzione che formarsi significhi anche avere l’opportunità di conoscere e comprendere le dinamiche di altre realtà, di interagire con persone, culture, eccellenze e idee differenti da quelle emiliano-romagnole e, più in generale, di confrontarsi con le trasformazioni in atto oggi a livello mondiale, rappresenta un punto fermo delle politiche regionali.

Grazie al progetto “ER Open”, ad esempio, sono stati selezionate 1.000 persone – con priorità ai cittadini dei Comuni colpiti dal sisma del 2012 – per essere coinvolti in progetti di mobilità internazionale come brevi stage all’estero per giovani studenti dell’Istruzione e Formazione Professionale; esperienze di mobilità internazionale per gli studenti delle scuole superiori; opportunità formative nelle sedi estere di imprese italiane o in multinazionali per gli studenti degli Istituti Tecnici Superiori e per i laureati; percorsi all’estero per chi è disoccupato, ma anche per chi lavora in impresa, finalizzati a confrontarsi con altre realtà imprenditoriali e ad acquisire conoscenze capaci di rafforzare i processi di internazionalizzazione del nostro sistema economico-produttivo.

In questa logica di sviluppo futuro del sistema educativo e formativo regionale, l’Emilia-Romagna ha presentato un progetto per la costituzione di partenariati europei finalizzati alla implementazione di una piattaforma europea per la mobilità. Il progetto è stato approvato e finanziato dalla Commissione europea con un contributo pari a 758.871 mila euro e sarà avviato a gennaio 2014.

Inoltre, nel 2012 la Regione ha siglato un protocollo di intesa con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con l’obiettivo condiviso di contribuire a realizzare lo sviluppo delle competenze chiave nell’ambito dell’apprendimento permanente e di creare e sviluppare forme di collaborazione istituzionale in campo educativo e formativo nel quadro europeo e internazionale. Per attuare il protocollo, sarà dunque sviluppato il progetto “E-mobility: muoversi in Europa”, finanziato dal MIUR, che coinvolgerà dieci istituti superiori regionali.

Nei prossimi anni si prevede una crescita esponenziale della domanda di istruzione superiore: entro il 2030, infatti, si stima che il numero di studenti passerà dagli attuali 99 milioni a 414 milioni. Cambiano anche le tecnologie e le aspettative degli studenti, che sperano di poter scegliere liberamente le materie di studio, le modalità e i tempi, in funzione delle proprie esigenze e dei propri interessi, sia che ciò avvenga nel loro paese di origine, all’estero, con corsi on line o attraverso forme di apprendimento combinate.

In questi anni l’Unione europea ha contribuito al raggiungimento di un grado elevato di internazionalizzazione dei sistemi di insegnamento superiore, ma ora la questione deve essere affrontata in un contesto più ampio, globale e mondiale.

In questo panorama, credo che la Regione Emilia-Romagna abbia imboccato la giusta strada, quella che porterà a cogliere nuove e ardue sfide: l’integrazione di nuovi Stati membri e dei loro cittadini, la trasformazione dell’Europa stessa in un’area sociale ed economica basata, prima di tutto, sulla conoscenza e sui saperi.

 

(Thomas Casadei, Consigliere regionale, Capogruppo Pd commissione Scuola, Formazione, Cultura, Lavoro e Sport)