Resta a 19 anni e 4 mesi la condanna per M. M. che l’11 febbraio del 2009, a San Michele, uccise la giovane compagna, allora 30enne, Giulia Galiotto. La Corte di Cassazione, infatti, ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati, confermando la pena. Alla suprema Corte si erano rivolti sia la procura d’Appello che la difesa: la prima chiedeva il riconoscimento della premeditazione, l’altra sosteneva la parziale infermità di mente dell’uomo al momento dei fatti. Delusa la famiglia della donna, che sperava in una sentenza più severa.