Dopo la maxi rissa tra adolescenti ai Giardini Margherita di Bologna, abbiamo intervistato Luigi Fadiga, Garante regionale dei minori, su quanto accaduto.
Presidente Fadiga, nel giorno in cui riaprono le scuole la mega rissa ai giardini Margherita continua a far discutere e a porre interrogativi, chiamando in causa anche famiglie e istituzioni.
“Senz’altro. Devo ammettere che sono rimasto sorpreso e preoccupato. Un evento come quello dei Giardini Margherita rappresenta un fenomeno del tutto nuovo nelle nostre città dove episodi gravi di contrapposizione come quelli che da tempo si registrano nei centri del Nord Europa non si erano ancora mai verificati. In Italia le problematiche minorili non sono particolarmente gravi, la stessa delinquenza minorile è a livelli bassi. E questo perché possiamo dire che la famiglia italiana ha ancora una capacità di gestire, ma anche di mimetizzare e assorbire, certi problemi”.
Sì la famiglia. In relazione alla maxi rissa c’è un qualche appunto che andrebbe sollevato?
“Di certo non mi sento di metterla sul banco degli imputati. Imputare una responsabilità alle famiglie in questo caso sarebbe semplicistico. Qui si tratta di valutare la portata dell’uso dei social media, e la connessa rapidità di comunicazione dei messaggi, che favoriscono modi di aggregazione che passano sopra al contesto familiare. E d’altro canto la famiglia va richiamata al suo ruolo e ad un grosso lavoro di responsabilizzazione e va aiutata nel conoscere i vantaggi e i rischi della rete”.
Quali sono le caratteristiche che la colpiscono maggiormente in quanto accaduto?
“Da una parte mi ha colpito l’uso dei Giardini Margherita come campo di battaglia: un fatto che denuncia una mancanza di cura e anzi il disprezzo per i beni comuni che giudico un brutto segnale, dall’altra la contrapposizione tra gruppi, almeno in apparenza, di diversa estrazione sociale. Una contrapposizione che non avevamo ancora visto manifestarsi in questo modo, che indica una frattura sociale che va interpretata come un segnale. Quello che appare però è che questi ragazzi non conoscono i loro diritti e di conseguenza nemmeno i loro doveri”.
Quale deve essere il ruolo delle istituzioni ?
“In attesa dei risvolti giudiziari che avrà la vicenda, rimane la preoccupazione di fronte a qualcosa di nuovo. Certo, passare dal blocco del traffico durante uno sciopero studentesco di protesta per la mancanza di aule e insegnanti a questa rissa rappresenta un forte salto in negativo. Le istituzioni devono stare attente, sono problemi che vanno interpretati”.