La mozione sul dissesto idrogeologico presentata dal senatore modenese Pd Stefano Vaccari (come secondo firmatario dopo il presidente Zanda), e discussa oggi in Aula a Palazzo Madama, è diventata l’intelaiatura di un ordine del giorno unitario che vede insieme tutti i gruppi parlamentari (Pd, Sel, Pdl, Scelta Civica, Lega Nord, Gruppo Autonomie) ad eccezione del M5S, per chiedere al Governo un “cambio di passo” in materia di politiche pubbliche sulla gestione e manutenzione del territorio. “Dalla logica dell’emergenza bisogna passare a quella della prevenzione – ha sostenuto Vaccari – Siamo di fronte a fenomeni che, per quantità e gravità, non possono più essere considerati occasionali o imprevedibili. Occorrono risorse certe, stanziate ogni anno. Occorre una regia unitaria e una nuova visione d’insieme della difesa del territorio”. Il tema è di tale importanza che un accordo è stato trovato tra tutte le forze politiche: il Movimento 5 stelle si è astenuto sull’odg comune, così come gli altri gruppi hanno fatto sulla mozione penta stellata, respingendola.
L’intervento del senatore modenese del Pd Stefano Vaccari ha aperto i lavori dell’Aula del Senato, dopo la pausa per le ferie agostane. La prima seduta aveva in calendario la discussione sulle mozioni, presentate da diverse forze politiche, prima di tutte il Pd, sul rischio da dissesto idrogeologico nel nostro Paese. Stefano Vaccari, segretario della Commissione Ambiente e Territorio, a nome del Pd, ha ribadito la necessità di un “cambio di passo”, guidato da questo Governo, nelle politiche di gestione del territorio. Da interventi sporadici a emergenza ormai avvenuta bisogna passare a una programmazione mirata in un’ottica di prevenzione e manutenzione. Il dissesto idrogeologico, ha ribadito il senatore Vaccari, a causa anche di cambiamenti climatici ormai strutturali e, purtroppo, del consumo selvaggio di territorio avvenuto in questi anni, è ormai “una priorità nazionale”. I movimenti franosi, ad esempio, riguardano l’89% dei Comuni italiani per una superficie interessata di 20mila chilometri quadrati. Un “cambio di passo” significa anche superare l’attuale sistema di governance che vede, troppo spesso, la sovrapposizione di competenze. A una regia unitaria, quindi, bisogna poi aggiungere anche la certezza delle risorse. Da notare che, oggi, solo l’1,1% dei proventi delle cosiddette “imposte ecologiche” sono destinate alla protezione dell’ambiente. Occorrono fondi sicuri, stanziati ogni anno, per consentire la programmazione degli interventi. Le spese degli Enti locali su questo fronte, inoltre, devono essere sottratte al Patto di stabilità interno. Solo così si potrà lanciare un piano straordinario di manutenzione che rimetta in sicurezza il nostro territorio e lo avvicini a quella naturalità che, in questi anni, abbiamo completamento perso. Fondamentale per la salvaguardia delle aree verdi torna ad essere l’apporto di chi vive e lavora nelle campagne e nelle nostre montagne. Il loro lavoro – aggiunge Vaccari – potrebbe essere coadiuvato dai cassintegrati e dai detenuti.La comune preoccupazione per la oggettiva fragilità del territorio italiano ha convinto tutte le forze politiche intervenute nel dibattito al Senato a sottoscrivere un ordine del giorno unitario che impegna il Governo a rendere concreto questo “cambio di passo”. L’ossatura del nuovo documento riprende le considerazioni e le proposte già contenute nella mozione Pd, a prima firma Vaccari, e indica nella prossima Legge di Stabilita un banco di prova importante per destinare risorse aggiuntive a questa priorità nazionale, a partire dal “contrasto di iniziative legislative volte a facilitare sanatorie o deroghe urbanistiche che possono aumentare il rischio idrogeologico dei territori interessati”.