“A distanza di 7 mesi dal confronto, nel dicembre scorso, in Regione, con l’Assessore regionale Peri sullo stato della linea ferroviaria Sassuolo-Modena e sulle sue prospettive di sviluppo, ancora non è chiaro sapere la posizione dell’ente regionale di riferimento sul futuro della linea.
Questo è tanto preoccupante quanto il fatto che le ipotesi paventate in questi giorni su possibili riduzioni del servizio anche dopo l’orario estivo e su una possibile soppressione del servizio ferroviario stesso, siano state motivate dall’insostenibilità economica dovuta al rapporto tra costi sostenuti per la gestione del servizio ed utenza trasportata. E qui sta il nodo della faccenda. Io sostengo che il compito della politica, anche in tema di trasporto ferroviario locale, sia quello di operare scelte dirette a promuovere condizioni di crescita sociale ed economica e non, viceversa, solo quello di limitarsi a riflettere pedissequamente su pur importanti risultati contabili e di bilancio. Così devono ragionare i contabili, non solo così invece devono fare i politici. L’utenza reale e potenziale che si serve del mezzo pubblico da Modena a Sassuolo, e viceversa, è tantissima e invece di dirottarla su gomma, bisogna riportala su rotaia, qualificando il servizio in termini di affidabilità e qualità.
Invece si continua a parlare di insostenibilità economica e non a considerare il problema fondamentale, che più volte abbiamo posto sui tavoli istituzionali, ovvero quello dei tanti e continui disservizi registrati e denunciati in merito alla linea, sia su ferro che soprattutto sostitutiva su gomma, e che sono alla base del calo e della prevedibile disaffezione dell’utenza.
Riconosciamo la disponibilità e l’impegno dichiarato dalla Regione e TPER, in risposta alle numerose sollecitazioni, di superare le criticità nel servizio, ma sosteniamo, dati e segnalazioni alla mano, che fino ad ora i risultati non sono quelli attesi e che ancora tanto c’è da fare. Il circolo vizioso che fino ad oggi ha visto i disservizi generare calo dell’utenza, va invertito e diventare circolo virtuoso. Gli utenti, e noi con loro, nonostante i disservizi continuano a considerare la linea ferroviaria come una preziosa alternativa, sia in termini di impatto ambientale che di velocità di percorrenza, al trasporto su gomma. Migliorare il servizio porterebbe sicuramente ad un aumento e ad una affezione, anziché disaffezione dell’utenza, portandolo in attivo anziché in perdita e trasformandolo da problema in opportunità. Per questo, prima di condannare a morte un servizio per insostenibilità crediamo sia necessario fare di tutto per risolvere i gravi problemi che ancora lo caratterizzano, soprattutto sul fronte dell’informazione e dell’affidabilità della sua versione ‘sostitutiva’ su gomma.
Una cosa è certa: Regione, Fer e Tper, dopo essersi confrontati con gli enti locali, dovranno assumersi la responsabilità di scelte importanti chiare e definitive, sul futuro di questa tratta ferroviaria. O si sceglie coraggiosamente la strada di uno sviluppo della tratta, che rispondendo a criteri di economicità, sia al passo con i tempi e attiri, per comfort e tempi di percorrenza, sempre più utenza, o se il servizio sarà destinato a continuare a produrre perdite e a peggiorare in qualità, come ha sistematicamente fatto in questo ultimo anno, si riconosca apertamente il fallimento del tentativo di migliorarla. Io credo comunque che ancor prima di ragionare sulle soluzioni tecniche possibili e alternative, si debba essere certi delle volontà politica di investire sul servizio. La scelta di togliere, anni fa, la vecchia linea ferroviaria Sefta che collegava Modena ai centri della bassa, per sostituirla con bus, si è dimostrata un errore. Prima di ripetere quell’errore e sconfessare la politica che vede la ferrovia come una scelta di sostenibilità rispetto alla gomma, chiediamo alla Regione e a Tper un ulteriore sforzo a favore del potenziamento del servizio e non della sua cancellazione”