“L’Assessore regionale all’Ambiente, Sabrina Freda confonde in maniera sconcertante le motivazioni per cui non ci sono le condizioni per una revisione al ribasso dell’estensione delle Zvn, le zone vulnerabili ai nitrati”. Lo sottolineano in un comunicato le organizzazioni agricole regionali Cia – Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Copagri a seguito delle dichiarazioni della titolare dell’assessorato Ambiente. “Inoltre le affermazioni dell’assessore Freda invece di aprire un confronto con il mondo agricolo lo accusano in maniera diffamatoria. L’unica causa in essere dipende dalla non realizzazione dello studio per verificare l’incidenza di scarichi di impianti di depurazione in prossimità delle stazioni di monitoraggio e non si può certo imputare agli agricoltori”.
Tale decisione, infatti, era inclusa in un accordo Stato Regioni definito nel 2011 sotto l’impulso dei presidenti delle Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna e con il sostegno del Ministro all’agricoltura.
“Vorremmo anche sottolineare come, grazie agli studi redatti e alle attività di controllo svolte dal suo Assessorato – proseguono le Organizzazioni – avrebbe comunque tutti gli elementi per valutare l’incidenza di tali scarichi, oltre agli apporti della collocazione sui suoli agricoli e in discarica di fanghi di depurazione e di relativo compost. Suggerendo quindi alla Giunta Regionale gli adeguati percorsi programmatici e normativi”.
Questi elementi, scrivono ancora Cia, Confagricoltura e Copagri, rappresentano la dimostrazione del fatto che le rivendicazioni delle associazioni degli agricoltori e degli allevatori sono legittime istanze di rispetto degli impegni presi “e poggiano su solidi dati rilevati, rilevabili oltreché dimostrabili con gli specifici criteri scientifici, e non certo legati a interessi di parte e alla volontà di risparmiare su impianti di trattamento e di stoccaggio dei reflui”.
Riguardo al comunicato stampa diffuso dalla Freda, “offensivo per una categoria abituata ad alzarsi alle 4 del mattino per garantire la sicurezza alimentare al proprio paese – precisano le associazioni – viene evidenziato un comportamento dell’assessore non giustificabile e assolutamente al di fuori delle abitudini di una Giunta Regionale che ha sempre posto il dialogo con le parti sociali al primo posto del suo programma. A questo punto diventa inderogabile un chiarimento da parte del presidente della Regione Errani su come la Regione intenda affrontare la situazione di tensione generata unilateralmente dalla Freda – conclude la nota – iniziando a prendere ufficialmente le distanze dalle dichiarazioni di quest’ultima e valutando le iniziative per riportare nel giusto alveo la discussione su tutte le tematiche ambientali”.