Non crediamo che il problema del CIE modenese sia effetto solo della gara al massimo ribasso, come annuncia il sindaco Pighi, ma crediamo che il problema sia il CIE stesso. La riduzione dei fondi per la gestione del CIE è solo l’ultimo nodo venuto al pettine.
La verità è che episodi di proteste, scioperi della fame, tentati suicidi, suicidi e rivolte si sono verificati regolarmente anche durante la gestione della Misericordia con Giovanardi, quando le risorse erano più del doppio di quelle attuali. La struttura ha delle carenze sostanziali, non è adeguata e i fondi sono altrettanto inadeguati allo scopo.
Sostenere, come ha fatto il sindaco Pighi, che il problema sono solo i tagli significa scaricare il barile sulla crisi economica facendo finta che sia un problema solo di oggi. Sono anni che si parla di condizioni poco dignitose sopratutto per i detenuti ma anche, di conseguenza, per chi lavora nella struttura.
Vogliamo esprimere solidarietà ai lavoratori del CIE che hanno protestato in questi giorni, lavoratori non pagati, in particolare a chi ha perso il posto di lavoro perché non poteva più permettersi di andare al lavoro senza essere pagato. È evidente che non ci sono le condizioni per mantenere la struttura, che ha tutto il potenziale per diventare una specie di campo di concentramento. Ed è emblematico che, seppur in un periodo di crisi come quello attuale, ci siano delle persone che tentano di impiccarsi dalla disperazione nel cuore di una città ricca come Modena.
Basta lo scarso successo che ha avuto il bando di gara per l’assegnazione della gestione a far capire che non c’è futuro per quella struttura. Alla vergogna delle condizioni dei detenuti siamo riusciti ad aggiungere quella dei lavoratori.
Occorre una Rivoluzione Civile anche nelle politiche migratorie, a partire dall’abolizione della Bossi-Fini e dalla chiusura dei CIE, perché solo a partire dal rispetto dei diritti fondamentali delle persone si può costruire un paese civile.
(Il Comitato modenese Rivoluzione Civile)