Sono dati decisamente negativi quelli che il Centro Studi di Confesercenti Modena – Osservatorio Lavoro ha rilevato in un monitoraggio di oltre 1500 imprese: il 2012 ha visto un calo dell’occupazione nelle piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi di 3,2 punti percentuali Il quadro assume toni ancor più drammatici se alla diminuzione degli occupati si assommano le ore di cassa integrazione, incrementate di un +146,1% rispetto all’anno precedente. ‘Numeri pesanti’, su cui incidono in maniera significativa anche gli effetti del sisma del maggio scorso: molte imprese nell’area colpita sono ancora lontane dal riprendere i livelli operativi degli anni addietro mentre i consumi sono ridotti ai minimi termini.

Andamento settoriale

Extra alimentare

Se nelle imprese di questo settore il calo degli occupati è stato del 4,3%, ancor più pesante è stata la diminuzione delle ore lavorate che ha raggiunto un preoccupante -7,3%, conseguenza del massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali: +547,00% di ore di cassa integrazione rispetto al 2011.

Alimentare

Nel settore gli occupati calano del 2,4%. Da evidenziare è il dato apparentemente contradditorio relativo alle ore lavorate: +1,1%. Una dinamica spiegabile con la liberalizzazione totale degli orari introdotta dal decreto Salva Italia del Governo Monti. Alcune forme distributive per evitare di perdere quote di mercato hanno optato per una dilatazione degli orari, comprese le aperture domenicali. In un contesto di perdurante calo dei consumi, le imprese non hanno potuto incrementare l’occupazione, ricorrendo piuttosto agli straordinari per sostenere l’ampliamento dell’orario di apertura. Una scelta in parte riconducibile anche alla Riforma del Mercato del Lavoro, che ha reso più costose e burocratiche le assunzioni a tempo determinato e le diverse tipologie di contratti flessibili.

Commercio all’ingrosso

Il comparto evidenzia un dato più improntato alla stabilità dell’occupazione: -0,1%. Da notare però che in questo settore è in atto un processo di fusione e strutturazione delle imprese che, almeno parzialmente, riesce ad assorbire la disoccupazione causata dalla scomparsa delle imprese più piccole.

Turismo e pubblici esercizi

La diminuzione dell’occupazione che il settore ha fatto registrare nel 2012 è stata del -3,6%. Un dato accompagnato inoltre da un ancor più accentuato calo delle ore lavorate: -5,2%, con un aumento esponenziale di quelle ore di cassa integrazione: +417,6% rispetto al 2011, ulteriore dimostrazione dello stato di crisi attraversato dalle imprese del comparto. È interessante notare come in quest’ambito gli elementi di burocratizzazione introdotti dalla Riforma Fornero in alcuni contratti, prendiamo ad esempio i quelli a chiamata molto diffusi nel settore per la difficile prevedibilità di picchi lavorativi, stiano producendo un effetto contrario rispetto agli obiettivi della Riforma stessa.

Servizi di intermediazione

È l’unico settore in controtendenza quello dei servizi di intermediazione caratterizzato da un lieve incremento, +0,4% dell’occupazione. Questa sostanziale stabilizzazione della base occupazionale è spiegabile con la forte diminuzione egli occupati che ha interessato il settore negli anni passati. Basta citare il dato 2011 in cui il calo si attestava sul –15% a dimostrazione di come le imprese del settore abbiamo scontato in anticipo il calo occupazionale.

“Un quadro d’insieme in cui emergono dati in preoccupante peggioramento sul fronte dell’occupazione – tiene a precisare Confesercenti Modena – quale risultato dell’aggravarsi della crisi economica e del perdurante calo dei consumi. Questo genera per le imprese margini operativi sempre più ridotti e le costringe a rinunciare in tutto o in parte ad una risorsa fondamentale e sulla quale avevano investito, qual’é il personale dipendente. Oggi poi, ad oltre sei mesi dall’approvazione della Riforma del Lavoro, è necessario aprire una riflessione sugli effetti che le nuove norme stanno producendo sull’occupazione nelle piccole e medie imprese: minore flessibilità in entrata, eccesso di adempimenti burocratici, insufficienti incentivi per l’incremento dei livelli occupazionali. Questi elementi stanno producendo effetti contrari rispetto agli obiettivi fissati dalla Riforma stessa, per cui se ne rende improrogabile una profonda revisione. Inoltre riteniamo indispensabile che il Parlamento ed il Governo che usciranno dalle elezioni del prossimo 24-25 febbraio debbano assumere provvedimenti atti a far diminuire progressivamente l’IRAP, che pesa in maniera significativa sul costo del lavoro. Altrettanto urgenti sono poi le misure finalizzate alla diminuzione del cuneo fiscale, che determina un forte scostamento fra oneri per il costo del lavoro sostenuti delle imprese e netto in busta percepito dai lavoratori, abbassando evidentemente il potenziale competitivo delle imprese”, conclude Confesercenti.