L’esclusione dalla “white list” della soc. Fratelli Baraldi SpA , venuta a galla dopo svariati articoli della settimana scorsa, ha creato sconcerto e posto numerose domande non solo alla popolazione ma anche a noi dell’opposizione, e speriamo anche negli amministratori.

Numerosi nostri esponenti provinciali, regionali e nazionali si sono esposti nei giorni scorsi: noi semplicemente abbiamo cercato di comprendere e di sintetizzare quanto accaduto.

Noi dell’opposizione, da sempre garantisti fino alla dimostrazione di un reale reato, riteniamo di esprimere vicinanza a chi è stato investito da tali notizie, lavoratrici e lavoratori, piccole realtà artigiane, e a tutti quanti hanno a che fare con le storture di un sistema che è tutto fuorché giusto e corretto.

Chi conosce la storia della Fratelli Baraldi SpA e chi conosce la famiglia che la compone non può che essere rimasto sbigottito da una tale decisione e dalla pesantezza di tali accuse.

Tra chi li conosce personalmente, tra chi ha percorso con Loro la strada lunga che li ha visti nascere, crescere, creare lavoro e impresa, diventare realtà consolidata e una delle imprese più conosciute e apprezzate in Italia e chi anche solo ne vede l’impegno quotidiano comprende quanto pesante sia questa notizia.

Pesante non solo per l’impresa ma per tutto i lavoratori e per tutto il comparto edile della Bassa.

Non conoscendo i motivi e la storia processuale (semmai ne esista una) che ha portato a tale esclusione, pensiamo di poter comunque esprimere un giudizio nettamente negativo circa i meccanismi di un sistema che così concepito non apporta nessun beneficio alla lotta alle infiltrazioni, ma scarica su tutta la filiera le responsabilità di accertamento che dovrebbero essere proprio delle Amministrazioni e della macchina della giustizia statale.

È impensabile che chi ha incrociato sul proprio cammino lavorativo una impresa o un professionista accusati in seguito di essere collusi con ambienti criminali sia a sua volta accusato di aver preso parte ai loro malaffari: ciò che si chiedono ora in molti, avendo lavorato a contatto con molteplici aziende provenienti da ogni angolo d’Italia è se possano a loro volta essere accusati di collusione con le malavite organizzate anche a distanza di molti anni.

L’esclusione dalla white list non ci dice chiaramente se siamo di fronte ad un caso di infiltrazione reale o solo presunta: è qui che sta la stortura del sistema e della giustizia.

Non è dato sapersi se ci siano ipotesi di reato o semplici deduzioni.

Si lancia una accusa, si muovono dubbi e sospetti, senza però dichiarare se in maniera reale e certa se ci siano vere collusioni.

Noi del gruppo PDL-Lega pretendiamo chiarezza, vogliamo sapere e capire se siamo di fronte all’ennesimo caso non caso di una giustizia e di una amministrazione statale che troppe volte indaga, accusa, investe vite, annichilisce realtà artigianali e industriali per poi non approdare a nulla, senza chiedere scusa e risarcire ciò che ormai con troppa fretta e superficialità è stato rovinato.

In questo caso che tocca da vicino come in tutti gli altri casi noi del gruppo PDL-Lega di san Prospero, ma soprattutto i cittadini, PRETENDIAMO solo di sapere la VERITA’, certa e inconfutabile.

(I consiglieri di San Prospero PDL-Lega Torelli Giuseppe, Ascari Alessandro, Flavio Morani, Morselli Antonio)