”Fu Prospero Gallinari a bruciare le carte degli ‘interrogatori’ di Moro nella prigione del popolo, che erano stati registrati e poi trascritti”. Lo dice all’Adnkronos Ferdinando Imposimato, dal 1978 al 1984 giudice istruttore del processo Moro e legale di Maria Fida Moro, appresa la notizia della morte dell”ex brigatista rosso, Prospero Gallinari. ”L’ultima volta l’ho visto nel 2007 -prosegue- lo intervistai per il mio libro ‘Doveva morire’, che scrissi su Moro. Mi confermò che non fu lui a uccidere lo statista della Dc, dicendomi che gli esecutori furono Mario Moretti e Germano Maccari, il ‘quarto uomo’. Difese questa sua scelta di silenzio per anni, perchè è stato un brigatista puro, non ha mai collaborato con i giudici”.
”Contro di lui spiccai un mandato di cattura -ricorda ancora Imposimato- ma quando ci incontrammo mi sorprese: tracciò una diagnosi drammatica della situazione sociale, sostenendo che la crisi economica cui stavamo andando incontro era peggiore di quella che aveva portato i brigatisti a prendere la strada senza ritorno della lotta armata”.
”Lui però si rifiutava di parlare di terrorismo -conclude il giudice- diceva che la sua era stata rivoluzione armata contro il sistema. Di Moro più volte sottolineò che fu una persona coraggiosa e mantenne una grande dignità durante i 55 giorni del suo sequestro”.