Nell’anno del 150° anniversario della morte di Giovan Battista Amici, uno dei più influenti ed apprezzati scienziati modenesi, che tanto contribuì allo sviluppo della strumentazione scientifica dell’Osservatorio Geofisico di Modena, l’Accademia Militare di Modena e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia hanno raggiunto una soddisfacente intesa per disciplinare l’autonomo accesso al Torrione di Levante dell’ex Palazzo Ducale, dove ha storicamente sede dal 1826 l’importante struttura accademica ora ricompresa nelle attività e studi portati avanti dal Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.
“Il nostro dipartimento – afferma il prof. Alessandro Capra, Direttore del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – ha raccolto con estremo piacere l’eredità dell’Osservatorio Geofisico, che ritiene un patrimonio scientifico e culturale di primo ordine del nostro Ateneo. Il suo valore storico e culturale e, quindi, il significato dell’Osservatorio anche come Museo ne fanno un prezioso giacimento non solo per l’Ateneo, ma per la città di Modena. Per questo motivo cercheremo di valorizzare, in tutti i modi, questa struttura, già a partire dalla celebrazione del 150° anniversario della morte di Giovan Battista Amici. Voglio però rimarcare il nostro desiderio di rendere vivo e presente l’Osservatorio come realtà scientifica significativa e, pertanto, concorreremo a dare giusto risalto alle attività di Osservatorio meteo-climatico e ad incrementare le attività Geofisiche del medesimo”.
In base a quanto concordato tra le due amministrazioni, come era sempre stato fin dalla destinazione dell’ex Palazzo Ducale a sede dell’Accademia Militare di Modena, l’Osservatorio Geofisico universitario disporrà di un ingresso indipendente su Piazza Roma, lateralmente a destra rispetto all’ingresso principale del complesso architettonico, tale da assicurare piena libertà di movimento al personale universitario ed al pubblico.
“Questo accordo – assicura il Rettore prof. Aldo Tomasi –, firmato a distanza di 187 anni dalla istituzione dell’Osservatorio di Modena, ci restituisce la piena disponibilità di un luogo storico della nostra Università, che appartiene al patrimonio culturale della città. Ma, per restituirlo alla completa fruibilità dei cittadini e dei turisti occorreranno molti sforzi economici al fine di recuperare i danni dovuti al terremoto del maggio scorso e completare la sistemazione delle sale e della antica strumentazione presente, ridando dignità a questo interessantissimo e ricco museo tanto bisognoso di interventi di restauro edilizio e scientifico. Ringraziamo il nuovo comandante dell’Accademica Militare per la sensibilità che ha dimostrato nel comprendere quali limitazioni si trascinassero con la precedente procedura di accesso, impegnandosi a facilitare ed accelerare presso le autorità nell’anno delle celebrazioni di Giovan Battista Amici un accordo che ci auguriamo segni una svolta nella vita dell’Osservatorio Geofisico”.
Ancora fino al 1986 presso l’Osservatorio erano numerose le visite di scolaresche. Poi, per ragioni di sicurezza da quell’anno i locali furono dichiarati inagibili al pubblico e, in particolare, da dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 l’accesso fu sottoposto all’autorizzazione dei vertici dell’Accademia Militare di Modena. Dal 1988 inizia un periodo di vari interventi di restauro e messa in sicurezza, necessaria a riottenere l’agibilità per il personale, e dal 2010 i locali sono tornati formalmente agibili al personale e a piccoli gruppi accompagnati. Grazie a questi interventi, che hanno sopperito alla mancanza cronica di risorse per completare l’opera di restauro, si è potuto comunque conservare l’enorme patrimonio storico e scientifico del torrione e proseguire senza interruzione le osservazioni.
Con la collaborazione prestata dai vertici dell’Accademia Militare di Modena ha inizio una nuova fase della vita dell’Osservatorio Geofisico che, coincidendo con le celebrazioni per uno dei suoi storici artefici e protagonisti, si auspica porti lustro alla città e che consenta di perpetuare il monito di Domenico Ragona: “Noi dobbiamo essere ben lieti – scriveva – della nostra contribuzione in vantaggio della meteorologia, perché trasmetteremo ai nostri posteri ciò che ci hanno trasmesso i nostri antenati, cioè una miriade di osservazioni ed un’immensa copia di documenti meteorologici”.
“E’ ormai consolidato – spiega il prof. Sergio Teggi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – che i dati meteorologici sono un elemento sostanziale per molte applicazioni ambientali, quali, ad esempio, il dissesto idrogeologico, il monitoraggio e il controllo dell’inquinamento atmosferico, la pianificazione urbana e la progettazione di opere civili nell’ottica del risparmio energetico. Ecco perché il mantenimento e il consolidamento di una stazione di misura come l’Osservatorio Geofisico è di notevole importanza sia per gli obiettivi formativi e di ricerca della nostra Università, sia per i servizi che essa può rendere direttamente alla comunità offrendo preziose informazioni ambientali alle Istituzioni preposte alla gestione, al controllo e alla pianificazione del territorio”.
Chi volesse sostenere l’Osservatorio Geofisico di Modena e concorrere, in qualità di sponsor, all’organizzazione del 150° anniversario dello scienziato Giovan Battista Amici, da parte del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è stato aperto un conto corrente su cui far convergere la propria donazione:
– IBAN – IT34B0200812930000102063618 causale “Osservatorio Geofisico-Amici”
Origini dell’Osservatorio Geofisico di Modena
Il progetto dell’allora Osservatorio Astronomico di Modena si concretizzò dopo il ritorno dei duchi Austro-Estensi a Modena, successivamente alla Restaurazione conseguente al Congresso di Vienna del 1814, in particolare grazie all’intervento dell’arciduca Massimiliano, fratello del regnante Francesco IV, particolarmente interessato allo studio delle scienze astronomiche. A dirigere l’Osservatorio venne chiamato Giuseppe Bianchi, giovane modenese che si era laureato a Padova e che nel 1814 lo stesso Duca Francesco IV inviò a studiare all’Osservatorio di Brera, sostenendolo tramite un sussidio statale. Nel 1818 Bianchi venne, quindi, richiamato a Modena e gli fu affidata la prima cattedra di astronomia teorica, per la reggenza della quale poté avvalersi della collaborazione di un altro illustre modenese, Govanni Battista Amici, uno studioso di ottica che contribuì a dotare l’Osservatorio di importanti ed innovativi strumenti, tuttora conservati presso l’Osservatorio stesso. Come sede dell’Osservatorio il duca Francesco IV concedette all’Università il Torrione di Levante della propria prestigiosa residenza cittadina, il Palazzo Ducale costruito da Francesco I nella prima metà del secolo XVII. L’atto ufficiale che indica la nascita dell’Osservatorio ci riporta ad un chirografo ducale del 14 gennaio 1826, come attesta una lapide di marmo collocata in una parete dell’Osservatorio stesso.