Dal 20 novembre il palcoscenico del Teatro delle Passioni di Modena ospiterà Sono soltanto animali, una polifonia per voce sola composta da Luciano Colavero, che dell’allestimento cura anche la regia, e Federico Olivetti.
Lo spettacolo, il cui titolo si ispira ad una frase del filosofo tedesco Theodor Adorno, va oltre i concetti tradizionalmente legati alla Shoah per cercare di trasformare la memoria storica in un concreto strumento di orientamento e d’azione nel presente, attraverso la costruzione di un linguaggio di riflessione e confronto che parli direttamente a noi.
Solo in scena, Antonio Tintis, recentemente impegnato nello spettacolo di successo La resistibile ascesa di Arturo Ui di Claudio Longhi con Umberto Orsini e attualmente impegnato nel progetto Il ratto d’Europa dello stesso regista, anima le sei diverse voci che testimoniano la Shoah, muovendosi in una scenografia che si divide in due spazi contrapposti: a destra il mondo dell’attore, il Presente, immerso in uno spazio vuoto abitato solo da una sedia bianca; a sinistra il Passato, il Mondo di Ieri, l’Orrore che l’attore non può aver vissuto direttamente. L’attore entra raramente in rapporto con quest’ultimo spazio, colmo di elementi scenici fatti di legno, ferro, acqua e gesso che si presentano come scheletri sopravvissuti alla storia, sebbene tracci una vicinanza, un legame e un nesso fra il Presente e il Passato, ma lo fa guardando, raccogliendo e influenzando gli accadimenti da lontano.
“Il lavoro” scrive Luciano Colavero “è partito dalle testimonianze dei sopravvissuti, dai diari delle vittime, dai documenti dei processi, dalle dichiarazioni dei comandanti, dalle interviste rilasciate da chi non si è mosso dal ruolo di Spettatore. Questi materiali sono stati da noi rielaborati liberamente, per metterli in comunicazione con il nostro presente, per fare in modo che le schegge di Storia da noi raccolte potessero aiutarci a trovare una risposta alle domande che ci pone ogni giorno la realtà, deformata e parziale, che riceviamo dai media e dai nostri stessi occhi. Lavorando in questo modo, prendendo progressivamente coscienza della distanza e della prossimità tra il presente e il passato, ci siamo resi conto di quanto avesse ragione Bauman affermando che l’Olocausto non è stato altro che un raro, ma tuttavia significativo e affidabile, test delle possibilità occulte insite nella società moderna. Auschwitz non è stata un’eccezione, prendiamone atto”.
Una grande prova d’attore per Antonio Tintis impegnato in un vero e proprio corpo a corpo con il Presente e il Passato.
Teatro delle Passioni, Viale Carlo Sigonio 382 – Modena
20, 21, 22, 23, 24, 28, 29, 30 novembre e 1, 4, 6, 7, 8 dicembre 2012 ore 21.00 – 27 novembre e 5 dicembre 2012 ore 15.00 – 25 novembre e 2, 9 dicembre 2012 ore 17.00
Info: EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE 059/2136020 – 059/2136051 formazione.cultura@emiliaromagnateatro.com – www.emiliaromagnateatro.com