Purtroppo anche l’Assessore Carlo Lusenti non ha saputo sfuggire alla tentazione di scaricare responsabilità su altri. Nella audizione dell’altro giorno in Commissione dell’Assemblea legislativa Regionale dell’Emilia Romagna, anziché limitarsi a rispondere nel merito alle interrogazioni, che lo riguardavano direttamente, sull’operato suo e dei suoi dirigenti e funzionari, non ha resistito all’ovvio e scontato proposito di assolversi e assolvere in toto la sua struttura, mettendo sul banco degli imputati l’Università.

Nel momento (martedì 13 novembre) in cui è pervenuta dalla Procura della Repubblica comunicazione dell’Ordinanza che dispone misure cautelari personali ai sensi dell’art. 284 del c.p.p, il Rettore ed il Direttore Generale hanno disposto la sospensione obbligatoria dal servizio a carico della prof. ssa Maria Grazia Modena a far data dal 9 novembre.

Per un’altra persona sempre dipendente UNIMORE, che nell’ambito del procedimento giudiziario ha ricevuto avviso di garanzia, e che svolgeva con incarico a tempo definito attività amministrativa, è stato disposto il trasferimento dalla Struttura Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ad altro incarico.

Si ricorda, poi, come il Rettore, non appena informato dai competenti uffici regionali dell’esito dell’indagine condotta l’anno scorso dalla Commissione regionale sull’operato del reparto di Cardiologia, nominò una autorevole commissione, la quale giunse alla conclusione che – con i dati allora messi a disposizione – non si poteva configurare un’azione disciplinare a carico della prof. ssa M.G. Modena. A questo proposito non si può non apprezzare quanto dichiarato al riguardo dall’Assessore Carlo Lusenti, “Dire che un direttore generale può prevenire i comportamenti di un truffatore vuol dire veramente volerla buttare in politica”. Sostituendo “direttore generale” con “rettore”, il concetto – se si è in buona fede – dovrebbe rimanere lo stesso.

Come fosse possibile nel 2011 ipotizzare comportamenti illegali da parte di vari professionisti coinvolti, solo uno dei quali, ovvero la prof. ssa M.G. Modena, era dipendente dalla amministrazione universitaria, essendo esclusi rapporti con gli altri attori dell’inchiesta e non potendo svolgere l’Università alcuna azione investigativa, è un problema di cui non possiamo farci cruccio e di cui non portiamo responsabilità.

Occorre sottolineare come nessuna delle sperimentazioni, acquisite ai fini dell’inchiesta giudiziaria, fosse stata sottoposta a controlli, ne preventivi né successivi, da parte dell’Università. E’ stata la scelta di un ricercatore non dipendente dall’Università, come lo era il dott. Giuseppe Massimo Sangiorgi (al momento dei fatti dipendente ospedaliero, in aspettativa dalla sua posizione di ricercatore universitario presso una università di Roma), decidere di fare afferire i contratti di ricerca, di cui erano titolare lui e il suo gruppo per conto di varie aziende sul Policlinico, evitando e precludendo qualsiasi tipo di controllo da parte dell’amministrazione universitaria che a questo proposito ha posto in essere regole molto precise per garantire trasparenza e scientificità agli studi. Non si capisce, dunque, la ratio di quanto affermato dall’Assessore Carlo Lusenti, che accusa l’Università di “inerzia”, poiché questo atteggiamento contrasta fortemente con quanto l’Università ha fatto, in accordo con la direzione generale del Policlinico.

E lo ricordo ancora che l’Università ha concordato (2011) con la direzione generale del Policlinico di conferire la direzione della Struttura complessa di Cardiologia ad un professionista ospedaliero (pur essendo la posizione destinata ad un docente universitario), non interferendo – come avrebbe potuto fare – con la proposta di altri docenti universitari per la sua direzione. Questa decisione avvenne non quando la commissione regionale raggiunse le sue conclusioni, ma quando l’incarico di convenzionamento che legava il Policlinico alla prof. ssa M.G. Modena era giunto alla sua naturale scadenza. Con i fatti allora conosciuti, come afferma l’Assessore Carlo Lusenti, un “licenziamento in tronco” della prof. ssa M.G. Modena, avrebbe potuto comportare l’immediata riammissione della stessa per ordine di un giudice del lavoro.

Ai fini della chiarezza e della trasparenza è più utile considerare come, in seguito alle conclusioni della commissione nominata dalla Regione, Policlinico ed Università hanno fatto fronte comune alla emergenza con spirito di servizio e di collaborazione. Nel tempo si è arrivati alla sostituzione concordata per la Direzione del Policlinico e si è continuato a lavorare d’intesa per recuperare la fiducia dei pazienti e della popolazione. Aggiungo che proprio in questi giorni, a 20 mesi dall’inizio della vicenda, si stava arrivando senza clamori ad una soluzione definitiva per l’avvicendamento alla direzione della Struttura complessa di Cardiologia, quando la notizia dei provvedimenti presi dalla Magistratura è arrivata a riaprire la piaga e a gettare altre ombre su un reparto che deve presto ritrovare serenità ed operosità.

Come Rettore e come Ateneo desidero esprimere completa fiducia nell’operato dei magistrati, i quali si trovano a dover navigare attraverso un groviglio veramente complesso e articolato, e che le responsabilità vengano identificate senza ombra di dubbi. L’auspicio è che tutto questo avvenga in un tempo il più breve possibile, ben sapendo come il fattore tempo non sia disgiunto dal concetto di giustizia.

IL RETTORE

Prof. Aldo Tomasi