Una modifica del Regolamento di polizia mortuaria del Comune di Bologna che tenga conto dei diritti e dei doveri del/la partner di una persona defunta, oggi ignorati. E’ questa la richiesta contenuta in un ordine del giorno presentato in Commissione Affari istituzionali da Sergio Lo Giudice e licenziato per l’approvazione in Consiglio comunale.
“Oggi il nostro regolamento – spiega Lo Giudice – non tiene in nessun conto, in caso di decesso e degli adempimenti conseguenti., della presenza di un eventuale partner non sposato.
In caso di cremazione, per esempio, il luogo di dispersione delle ceneri può essere indicato, in mancanza di una volontà espressa, dai familiari fino al sesto grado o perfino dagli affini, ma non dal compagno o dalla compagna di una vita.
La tumulazione alla Certosa è possibile per coniuge, figli o genitori non residenti di una persona già sepolta nello stesso luogo, ma la possibilità di riposare accanto è negata ad una coppia di fatto nelle stesse condizioni.
Esistono anche dei doveri, oggi riservati ai familiari, che si propone di estendere anche ai conviventi, come la contribuzione alle spese cimiteriali.
Queste modifiche sono in linea con quanto il Comune di Bologna ha stabilito già nel 1999, riconoscendo tramite un Attestato, la famiglia fondata su vincoli affettivi. (http://www.comune.bologna.it/cittadino/servizi/9:2936/3218/ ). Oggi sono rese ancor più necessarie dalla Legge regionale 24 del 2009 che, al comma 3 dell’art.48, afferma che “I diritti generati dalla legislazione regionale nell’accesso ai servizi, alle azioni e agli interventi, si applicano alle singole persone, alle famiglie e allle forma di convivenza di cui all’art.4 del DPR 223 /1989″, ossia quel Regolamento anagrafico che sancisce che la famiglia è anche quella fondata sull’affetto e non solo su vincoli giuridici”.
(Sergio Lo Giudice, Gruppo consiliare Partito Democratico Comune di Bologna)