Furto aggravato in concorso è l’accusa mossa a due uomini dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Castelnovo Monti. Tra loro anche l’operaio dell’azienda saccheggiata. Indagini a tutto campo dei Carabinieri per risalire all’intera filiera del riciclaggio del rame trafugato.

 Quando è stato fermato dai Carabinieri è stato trovato con l’auto “imbottita” di rame costituito da numerose bobine di varie dimensioni che il conducente, un 42enne residente a Castelnovo Monti, aveva razziato da un’azienda di Carpineti con la complicità, come poi rivelato dalle indagini dei carabinieri, di un dipendente della ditta saccheggiata.

Questa in sintesi la premessa di questa vicenda che ha visto i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castelnovo Monti arrestare, con l’accusa di furto aggravato in concorso, il dipendente infedele identificato nel 35enne P.S. originario di Sassuolo (MO) e residente a Villa Minozzo unitamente al complice B.T. 42enne cittadino marocchino residente a Castelnovo Monti, entrambi ristretti a disposizione della Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia.

Nell’ambito dell’attività i carabinieri hanno sequestrato oltre un quintale di rame costituito da bobine di cavi elettrici di varie dimensioni, del valore complessivo di alcune migliaia di euro, razziati dall’interno di un’azienda metalmeccanica di Villa Minozzo dove il predetto 35enne lavorava e a cui è stata restituita. Rame quello asportato questa notte che poi, stando alle prime risultanze investigative, i due avrebbero probabilmente rivenduto a terzi soggetti compiacenti. E su queste ultime figure che ora si stanno concentrando le attenzioni investigative dei Carabinieri di Castelnovo Monti che intendono ricostruire l’intera filiera del riciclaggio.