“Il sisma ha causato danni per milioni di euro a strutture, merci, strumenti di lavoro. A cui vanno aggiungersi quelli inerenti alla perdita di fatturato. Gli operatori non hanno intenzione di arrendersi, pur nella consapevolezza che ci vorranno mesi o forse anni per ritornare ad una situazione normale”. Ad oltre un mese di distanza ormai dai quei fatidici giorni di maggio, inizia a farsi più nitido il conto della devastazione causata dal terremoto a carico delle imprese. Confesercenti Modena ha provveduto nei giorni scorsi a contattare ogni singolo associato dei comuni della Bassa lesionati dal sisma e la stima risulta impietosa. Oltre 150 le imprese associate del commercio e dei servizi colpite – la maggioranza delle quali situate nei centri storici – per un ammontare totale dei danni che si aggira intorno ai 6.500.000 mila euro. “Cifra a cui va sommata, stimando che la maggior parte possa riprendere l’attività entro la fine di settembre, una perdita di fatturato pari a circa 1.800.000 euro”, non manca di evidenziare Confesercenti.
Ma non è tutto: circa L’80% delle imprese colpite risulta a tutt’oggi inattiva, “Chi è riuscito in qualche modo a ripartire si è arrangiato come ha potuto”; ben oltre la metà degli imprenditori inoltre si è visto costretto ad attivare ammortizzatori sociali che stanno interessando all’incirca 400 dipendenti. “Nei comuni meno colpiti, per contro – tiene a precisare Confesercenti – come ad esempio Carpi, invece si sta registrando un effetto indotto del terremoto: un crollo delle vendite, senza precedenti in particolare nei centri storici”.
“E’ uno stop forzato, quello indotto dal sisma che dura da oltre un mese – si è sfogato più di un imprenditore – abbiamo l’esigenza di ricominciare a lavorare, pena la chiusura”. Richiesta sulla quale Confesercenti ha sondato la volontà dei propri associati in merito al riavvio delle attività: “Nessuno vorrebbe rinunciare alla collocazione attuale, alla condizione ovviamente che il ripristino dell’immobile in cui si trovano i locali che ospitano l’attività fosse possibile in tempi brevi”. Tra gli imprenditori però, in questo caso quasi tutti, vi è la consapevolezza che ci vorranno mesi e in certi casi forse anni. “Le richieste principali che avanzano pertanto – sostiene Confesercenti – sono quelle di essere messi in condizioni di de-localizzarsi in poche settimane. A questo proposito quindi saranno importanti i tempi di emanazione del bando regionale. Bando che mette a disposizione 10 milioni di euro, a sostegno della delocalizzazione delle imprese colpite che si collocheranno in quelle aree, zone o contenitori, individuate per questo fine dai comuni. È opportuno quindi che le Amministrazioni comunali individuino celermente queste aree, come è altresì urgente che immediatamente dopo l’emanazione del bando sia attivato lo sportello provinciale che dovrà vagliare le domande di delocalizzazione e concedere i contributi”.
“Affinché dunque non sia perso il valore e l’attrattività dei centri storici, sarà indispensabile privilegiare soluzioni che prevedano la ricollocazione delle attività imprenditoriali in zone di interesse attigue ai centri cittadini, in cui risultino edifici e quindi locali agibili da poter essere facilmente rifunzionalizzati – indica Confesercenti – Sarà importante inoltre anche la semplificazione delle procedure burocratiche, così da non rappresentare un ostacolo come pure la riduzione al minimo – pochi e chiari – dei requisiti indispensabili per l’autorizzazione al trasferimento”.
“Le risorse stanziate dal Governo risultano purtroppo insufficienti, per segnare una ripartenza concreta di fronte alla situazione precaria generata nella Bassa dal sisma. Dato il patrimonio che continuano a rappresentare – conclude l’Associazione – le imprese debbono avere certezze sul loro futuro, a partire da quello immediato. E questo sta a significare certezze e tempi rapidi sugli indennizzi, supporto fondamentale per poter ripartire e ricostituire un florido tessuto economico”.