Non c’è alcun collegamento tra la presenza di campi in cui ancora alloggiano diversi sfollati e il caso di legionellosi segnalato oggi dalla stampa. Con riferimento specifico al signore attualmente ricoverato presso l’Ospedale S. Agostino-Estense Modena, le cui condizioni restano stabili, va detto che allo stato attuale non è possibile affermare con certezza dove possa aver contratto l’infezione. Quel che è stato accertato è che non ha mai dormito o vissuto in uno dei campi presenti nelle zone colpite dal terremoto. Il paziente, dopo avere avuto la casa danneggiata dal sisma, ha scelto di trasferirsi in una casa colonica in un comune del mantovano, dove, per dormire, ha utilizzato una tenda da campeggio.

La legionella è un germe che si può ritrovare nella rete idrica domestica a volte in concentrazioni elevate e che può essere motivo di contagio attraverso le goccioline che rimangono in sospensione nell’aria a seguito dell’utilizzo di lavandini e docce. Viceversa non si trasmette da persona a persona, bevendo acqua, o a causa dell’aria condizionata delle auto e degli ambienti domestici (split).

E’ per questo motivo che si può escludere un collegamento fra l’insorgenza della malattia e il recente soggiorno in tenda che ha utilizzato recentemente.

Inoltre, per quanto riguarda i campi di accoglienza, la linearità della rete idrica e il frequente utilizzo rendono meno probabile la concentrazione delle legionella e la conseguente possibilità di contrarre la malattia.

Al di là del “tema legionella”, si ricorda che, come avviene sin dal primo giorno in cui sono stati allestiti i campi, continuano con regolarità i controlli periodici sulla qualità dell’acqua senza che siano state riscontrate anomalie.