Ieri in Consiglio comunale si è svolta una discussione sulle sorti del MOI. Più precisamente sulla delibera di trasferimento in area alternativa, da ricercarsi a cura dei partecipanti al bando, i quali sono chiamati a sostenere l’onere della costruzione del nuovo mercato o, nella migliore delle ipotesi, della sistemazione in capannoni esistenti anch’essi da ricercare. Con il relativo accollo dei costi (affitto e gestione).
Su questa ormai annosa vicenda, Confesercenti Modena – sia in sede di confronto con l’Amministrazione comunale che con le forze politiche, sia nell’ambito delle osservazioni prodotte alla delibera che ha istituito il bando di gara per il trasferimento – nell’evidenziare la vocazione pubblica del Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso, mai ha auspicato una gestione pubblica dello stesso. Bensì ha sollecitato un ruolo attivo di governo da parte del Comune, quale soggetto facilitatore della messa a punto di un progetto complesso che consta nella ricerca di una struttura/area alternative a quella attuale, ma a costi sostenibili per i commercianti all’ingrosso che debbono accollarsi l’onere dell’investimento e naturalmente della gestione.
Consapevoli della complessità del progetto, abbiamo quindi doverosamente auspicato una sospensione del bando di trasferimento, funzionale ad una ripresa del confronto Comune-Associazioni-MOI, finalizzata a verificare in tempi ragionevoli tutte le condizioni utili a raggiungere l’obiettivo dello spostamento del mercato. Un atteggiamento quello di Confesercenti, mosso solo dalla doverosa necessità, per un’Associazione di rappresentanza, di fornire finalmente una risposta alle centinaia di dettaglianti che necessitano quotidianamente del rifornimento presso il MOI e che sarebbero messi fortemente in crisi dalla sua chiusura. Perché costretti a rivolgersi ad altri mercati della regione, con evidente aggravio di costi che ricadrebbe sui consumatori in una fase di recessione economica e di calo dei consumi di cui sarebbe auspicabile che tutti fossero consapevoli e coerenti anche quando si parla di spostamento del mercato.
La discussione in consiglio comunale che si è svolta alla presenza di una folta delegazione degli operatori del MOI (dipendenti, commercianti, produttori agricoli) si è tenuta in modo civile e composto, sino ad un epilogo inatteso e del tutto sconcertante. L’Assessore Daniele Sitta a conclusione del dibattito e prima del voto, ha tacciato di irresponsabilità il gruppo dirigente di Confesercenti, accusandolo “Di aver lisciato il pelo ai grossisti”.
Cos’ha ispirato l’assessore Sitta in cotanta affermazione/accusa?
Noi abbiamo semplicemente e doverosamente perseguito la ricerca di un punto di equilibrio che scongiurasse la chiusura di un’importante struttura di servizio per la città. Tanto ci basta per affermare che non abbiamo fatto altro, se non il nostro dovere.
Dunque, molto serenamente e, distinguendoci dalla scomposta reazione dell’assessore, gli facciamo urbanamente presente che il giudizio sull’operato di un’Organizzazione, qualunque essa sia, non spetta certamente ad un Assessore, bensì ai suoi organi dirigenti. E quando questi sostengono una proposta ci si misura esclusivamente nel merito. Quindi ogni sconfinamento di campo non solo non ci tocca minimamente ma va rigettato tranquillamente al mittente.
Aggiungiamo infine che anziché attardarsi a disquisire sulla irresponsabilità di questo o quel gruppo dirigente, sarebbe invece auspicabile che Sitta congiuntamente alle forze di governo della città, si interrogasse sul fatto che, uscendo dal consiglio comunale, i dipendenti del MOI, che noi di certo non rappresentiamo, si siano rivolti alla maggioranza di governo urlando “vergognatevi”.
A ben vedere, per chi è incaricato del governo della cosa pubblica il problema va ben al di là di un inopportuno giudizio sul gruppo dirigente di Confesercenti.