L’intervento integrato fra tutte le strutture predisposte per casi drammatici come quello del terremoto è un elemento fondamentale del soccorso durante un’emergenza, per avere la massima efficacia utilizzando il personale impegnato prioritariamente secondo le specifiche competenze.

Dal primo evento sismico i Vigili del Fuoco hanno realizzato 26.000 interventi ordinari (recupero nelle case, puntellamenti, recupero animali, ecc.) e 2.400 ne risultano da fare; per quanto riguarda le verifiche ne sono state fatte 36.200 e al momento ne restano 17.000, ma altre richieste si potrebbero aggiungere. Sono stati raddoppiati i turni di lavoro dei vigili ordinariamente impegnati nelle quattro province colpite dal sisma, ai quali si aggiungono oltre 650 vigili provenienti dai comandi delle altre province della regione e da tutta Italia. In totale, fra turni di lavoro in più e personale aggiuntivo, possiamo dire che c’è stato un aumento di circa 870 unità lavorative rispetto alle 205 impegnate per ognuno dei quattro turni di lavoro ordinariamente previsti.

Come FP CGIL siamo d’accordo che la priorità sta nel verificare l’agibilità delle aziende e delle abitazioni. Proprio per questo riteniamo che tutti gli sforzi vadano fatti per liberare i Vigili del Fuoco da attività che possono essere svolte da altri (gestione delle cucine, attività ordinarie di gestione dei campi, costruzione di nuovi campi) per concentrare le forze nell’attività di verifica.

Allo stato è stata parzialmente risolta la situazione nel campo di San Prospero liberando dalla gestione della cucina sette vigili utilizzabili così nell’attività di verifica degli edifici. Lo stesso si potrebbe fare nel campo di San Felice sul Panaro liberando altri sette operatori; ulteriori tre operatori per ogni campo sono sostituibili per l’attività di manutenzione e, infine, altri ancora sono recuperabili nel campo in costruzione.

L’integrazione dell’intervento è quanto abbiamo sempre sostenuto e su questo abbiamo anche realizzato nei mesi scorsi un confronto pubblico condividendo con l’amministrazione regionale la scelta compiuta in quella direzione. Proprio per questo, pur riconoscendo che la Protezione Civile Regionale è impegnata al massimo livello, in ogni caso la FP CGIL manifesta la propria disponibilità ad una verifica comune per contribuire a trovare ulteriori soluzioni che rendano più efficace possibile l’intervento integrato.

Anche la qualità delle risposte operative all’emergenza terremoto dimostra ancora una volta che il lavoro pubblico e la gestione delle autorità pubbliche sono un cardine della tutela dei cittadini. Come Fp Cgil contrastiamo dunque l’idea che emerge dal progetto di legge del Governo sul riordino della Protezione Civile, che apre troppo spazio alle assicurazioni private, riducendo la tutela reale dei cittadini nei casi di calamità come il terremoto.