Sono già 240 gli immobili produttivi non utilizzati (capannoni e uffici), pari cioè a circa 200 mila metri quadrati, disponibili a ospitare temporaneamente le aziende modenesi colpite dal sisma per consentire al più presto di riprendere l’attività. Azzeramento dell’Imu, affitti calmierati per gli edifici che ospiteranno temporaneamente le aziende colpite dal sisma sono altre misure che il Comune sta predisponendo a sostegno di imprenditori e artigiani colpiti dal terremoto.
Il dato aggiornato relativo al censimento dei capannoni attuato dai tecnici del Comune di Modena e del Consorzio attività produttive nell’ambito di un’iniziativa d’intesa con Camera di commercio e Provincia, è stato fornito dall’assessore allo Sviluppo economico Daniele Sitta durante il Consiglio comunale di lunedì 11 giugno. L’assessore ha risposto a un’interrogazione urgente illustrata da Giulia Morini del Pd che chiedeva se fosse possibile individuare forme di aiuto temporaneo a imprenditori, artigiani e professionisti delle zone colpite dal terremoto; se fosse inoltre possibile, in attesa che vengano completati i controlli o resi agibili gli edifici, aiutare le imprese nel reperimento di capannoni, uffici, stabilimenti, e avvalersi a tal fine di un censimento. Infine, l’interrogazione chiedeva anche di valutare la possibilità di agevolazioni economiche in tali casi, come affitti calmierati.
L’assessore ha innanzitutto sottolineato che “occorre mettere le aziende nelle condizioni di riprendere l’attività in tempi brevi”, poiché in caso contrario si rischia la chiusura dell’attività o la sua delocalizzazione definitiva. Sitta ha quindi spiegato come ci siano aziende che per riprendere la produzione devono mettere in sicurezza gli edifici; per queste il decreto del Governo prevede la messa in sicurezza parziale, mentre per il definitivo adeguamento alle normative ci sarà un anno e mezzo di tempo. Altre aziende hanno invece subito danni gravi e per non interrompere l’attività devono trasferirsi temporaneamente in altre strutture. A tal fine è stato attivato il censimento. “Gli immobili – ha precisato Sitta – devono ovviamente essere messi a disposizione a prezzi contenuti, ma la sensibilità dei proprietari non basta. Occorrono contributi per gli affitti, che saranno calmierati, mentre da parte sua il Comune azzererà l’Imu a chi sposta la propria attività temporaneamente nell’ambito del territorio di Modena. Inoltre – ha continuato Sitta – chiederemo alle banche di finanziare gli interventi, per dare ai cittadini la certezza di usufruire di tassi agevolati senza poter offrire particolari garanzie, in attesa dei finanziamenti statali”. Riguardo a quest’ultimo punto, l’assessore ha infine detto che sta partendo ora la fase della verifica dell’agibilità delle costruzioni e della stima dei danni, “una fase importante perché consente di avere una corretta certificazione anche in vista dei contributi statali”.
Federico Ricci di Sinistra per Modena ha chiesto la trasformazione della delibera in interpellanza sottoponendo all’attenzione dell’Aula il caso di aziende in cui, pur non avendo avuto danni a strutture e impianti, “le risorse umane non se la sentono di rientrare nel luogo di lavoro”. E ha sottolineato come non si possa “obbligare le persone a rientrare al lavoro, per quanto il luogo sia sicuro”.
Giulia Morini ringraziando l’Amministrazione per quanto sta facendo, ha rimarcato soprattutto la necessità di coordinamento tra gli interventi messi in atto per sostenere gli imprenditori colpiti dal sisma: gli spazi in cui delocalizzare le attività, la defiscalizzazione, gli affitti calmierati, i contributi e l’accesso al credito. “Occorrono interventi personalizzati per ogni azienda e occorre soprattutto mantenere alta l’attenzione sul tema”, ha detto, ricordando infine come anche nel territorio comunale ci sia un’azienda danneggiata dal sisma: il caseificio di Albareto dove i muri hanno retto, ma le scalere sono crollate facendo cadere a terra 70 mila forme di formaggio che rischiano di andare perse.
Nell’intervento conclusivo l’assessore Sitta ha ribadito la necessità d’intervenire con estrema rapidità. “Bisogna ridurre i tempi d’intervento perché non ci possiamo permettere il fermo delle aziende per alcuni mesi; le preoccupazioni dei lavoratori sono tante e comprensibili, ma tutti hanno una gran voglia di ripartire”, ha affermato.