La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato la delibera di programmazione e finanziamento del Servizio sanitario regionale per il 2012: ammontano complessivamente a 7.999,081 milioni le risorse a disposizione; di questi 7.849,081 sono la quota parte dell’Emilia-Romagna del riparto del Fondo sanitario nazionale (secondo l’accordo condiviso tra le Regioni ma non ancora approvato dalla Conferenza Stato-Regioni), 150 milioni provengono direttamente dal bilancio della Regione Emilia-Romagna.

“L’obiettivo, anche per il 2012, a conferma del positivo trend degli anni precedenti, e pur in una situazione molto difficile riguardo al finanziamento, è l’equilibrio di bilancio a livello regionale e a livello delle Aziende sanitarie, mantenendo il buon livello dei servizi ed anzi, perseguendo il loro sviluppo, con i bisogni dei cittadini al centro dell’attenzione”, ha detto l’assessore alle politiche per la salute Carlo Lusenti illustrando la situazione finanziaria in cui si trova la sanità dell’Emilia-Romagna.

“Il Fondo sanitario – ha spiegato Lusenti – ha un incremento rispetto al 2011 del 2%. In realtà, l’incremento è pari a zero. Nel 2012, infatti, la normativa nazionale prevede l’obbligo di copertura di tutte le quote di ammortamento di competenza dell’anno, relative agli investimenti in strutture e tecnologie realizzati dalle Aziende Sanitarie, che per la nostra Regione sono circa 160 milioni di euro”.

Dunque, in sostanza, nel 2012 le risorse disponibili sono a crescita zero rispetto a un 2011 “che ha avuto lo stesso andamento”: tutto questo a fronte di un incremento di costi inevitabile, ad esempio per beni e servizi (farmaci, materiale sanitario, servizi di lavanderia, pulizia, utenze ), che è pari al 3,5% annuo in tutto il Paese.

La Regione, inoltre, a fronte del totale azzeramento del Fondo nazionale per la non autosufficienza nel 2012, ha stanziato risorse aggiuntive per il Fondo regionale per la non autosufficienza, che ammonta complessivamente a 445,6 milioni, di cui 135 sono da bilancio regionale.

Rispetto poi ai tempi di pagamento ai fornitori di beni e servizi alle Aziende sanitarie, Lusenti ha detto che “il miglioramento di questi tempi rappresenta una priorità”. Per questo le Aziende sanitarie sono tenute ad utilizzare risorse aziendali.

Il tema delle risorse, per Lusenti, è comunque ineludibile ed è da affrontare nell’ambito della discussione sul nuovo Patto per la salute da sottoscrivere tra Governo e Regioni.

“Consideriamo che a seguito delle manovre del Governo Berlusconi nel 2010 e nel 2011 al Servizio Sanitario Nazionale mancano 17 miliardi nel triennio 2012-2014, che si traducono in meno 1,5 miliardi per l’Emilia-Romagna. Tutte le Regioni – ha detto Lusenti – giudicano la condizione delle risorse insostenibile a fronte della insopprimibile esigenza di garantire l’esigibilità dei Livelli Essenziali di Assistenza a tutti i cittadini e pongono l’urgenza di rivedere, in sede di discussione sul nuovo Patto per la salute, le risorse nel triennio 2012-2014 e di comprendervi anche le risorse per investimenti strutturali e tecnologici poiché senza innovazione la sanità pubblica non può reggere”.

Il riparto delle risorse 2012

Dello stanziamento complessivo (7.999,081 milioni), al finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (i servizi per la tutela, la cura e il recupero della salute garantiti a tutte le persone) sono destinati 7.458,045 milioni.

Le risorse sono suddivise in parte tra le Aziende Usl secondo criteri espliciti e predefiniti ( in prevalenza sulla base della numerosità della popolazione al 1° gennaio 2011, ponderata tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche, di bisogno sanitario e di assistenza) ed in parte: per il finanziamento a servizi aggiuntivi rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza nazionali (come ad esempio prestazioni odontoiatriche, certificazioni sportive, interventi per lavoratori colpiti dalla crisi economica, erogazione di farmaci per persone in difficoltà economica), per il finanziamento del sistema integrato Servizio sanitario-Università, per la realizzazione di progetti e funzioni sovra-aziendali, per il contenimento delle liste d’attesa, per la qualificazione dell’attività di eccellenza dell’assistenza ospedaliera, e a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario.

E’ stata prevista una linea di finanziamento dedicata ai fattori della coagulazione del sangue per il trattamento di pazienti emofilici per 24,7 milioni e un accantonamento di 120 milioni da ripartire a fine anno per la piena copertura degli ammortamenti.

Alle Aziende Usl le risorse sono così assegnate:

Piacenza 484,432 milioni;

Parma 699,163 milioni;

Reggio Emilia 799,419 milioni;

Modena 1.083,884 milioni;

Bologna 1.418,557 milioni;

Imola 213,825 milioni;

Ferrara 619,853 milioni;

Ravenna 642,641 milioni;

Forlì 318,260 milioni;

Cesena 327,664 milioni;

Rimini 502,582 milioni.

Assegnati direttamente alle Aziende Ospedaliere, Ospedaliero-Universitarie e Istituto Ortopedico Rizzoli 99,393 milioni che si aggiungono alle risorse che le Aziende Usl riconoscono alle stesse Aziende Ospedaliere e Ospedaliero-Universitarie sulla base degli accordi per la fornitura di prestazioni a favore dei cittadini residenti.

Gli obiettivi di salute

Gi obiettivi sono fissati per tutte le Aziende sanitarie e quindi per l’insieme del Servizio sanitario regionale in una logica di rete, di cooperazione e di omogeneità di offerta e di accesso in tutto il territorio. Eccone alcuni.

Nell’ambito di tutti i processi di cura, con attenzione particolare alle situazioni più fragili, si richiede di strutturare competenze e strumenti per l’ascolto dei problemi, la comprensione, la comunicazione rispettosa ed efficace.

Dovrà essere assicurata la presa in carico delle persone vittime di maltrattamento e abuso (donne e bambini).

Dovranno essere adottati interventi per la sicurezza delle cure e il risarcimento dei danni. Particolare attenzione si richiede, ad esempio, per la sicurezza dei percorsi pre e post operatori (delibera di Giunta regionale 1706/2009) e per il rischio infettivo.

Dovrà essere assicurata la partecipazione ai programmi di innovazione e ricerca per il miglioramento continuo dei servizi. E’ richiesto l’ulteriore sviluppo del programma regionale di realizzazione delle Case della salute (che riuniscono in un solo luogo i servizi per bisogni che non necessitano di ricovero).

Un’attenzione particolare viene richiesta riguardo ai percorsi di presa in carico di persone con patologie croniche (in particolare diabete e scompenso cardiaco).

Si richiede di attuare i programmi aziendali per garantire le prestazioni specialistiche (visite ed esami) nei tempi previsti dalla normativa.

Per l’assistenza farmaceutica si dovrà lavorare per l’appropriatezza prescrittiva e per favorire l’uso dei farmaci con brevetto scaduto (farmaci generici).