Allarme per piccole e medie e aziende e per il settore metalmeccanico, soprattutto il comparto legato all’agricoltura (macchine agricole e operatrici, trattori) “che si scontrerà anche con il calo dei fondi europei di settore”. A lanciarlo è Giorgio Uriti, 40 anni, nuovo segretario Fim Cisl di Reggio Emilia, chiamato a succedere a Giovanni Caruso, nominato alla segreteria regionale.
“Le piccole e piccolissime aziende sono quelle che versano in condizioni peggiori – spiega Uriti nella sua prima analisi dopo la nomina dell’ultimo direttivo Cisl –. Sono centinaia i posti di lavoro persi e, in vari casi, riscontriamo la presenza di ammortizzatori sociali che vanno verso la conclusione”.
“La complessità di quello che le aziende stanno soffrendo – prosegue il nuovo segretario Fim – ci fa dire che non ci sono soluzioni locali, ma servono soluzioni di sistema. Come indica con forza la Cisl è necessario un patto condiviso per crescita e occupazione, tra il governo e le parti sociali, che rimetta il lavoro al centro delle priorità nazionali. Accanto a ciò è necessaria una profonda, ma equilibrata riforma fiscale in grado di fare ripartire i consumi e dia slancio all’economia”.
In merito al ruolo del sindacato nel mondo del lavoro che cambia “E’ più che mai attuale – afferma il nuovo segretario Fim Cisl di Reggio Emilia – persone, lavoratori non vanno lasciati soli con il peso delle difficoltà e a volte della solitudine. Il lavoratore deve essere parte fondante di un progetto di società. E, proprio in quest’ultimo, lo stato deve smettere di essere forte con i deboli e debole con i forti, le imprese devono comprendere che hanno una responsabilità sociale che va oltre la dichiarazione affissa nelle rispettive reception, il sindacato deve essere strumento di tutela ed inclusione, contrattando con la forza delle idee, lasciando da parte le divisioni e gli interessi di bottega che contraddistinguono purtroppo qualcuno. Insomma il sindacato deve essere strumento di speranza e non veicolo di illusioni”
Taglia corto, il segretario, sulla crescita esponenziale di iscritti in numerose aziende strategiche: “La nostra è ormai una realtà storica in molte realtà. Fare nomi o numeri, per altro noti, non è generoso: siamo un sindacato è fatto di persone, di storie e di storia e non di momenti o di vittorie parziali”.
Su quale sentiero il suo mandato? “Chi conosce la Fim e i suoi attivisti, sa che la Fim ha sempre perseguito un sindacato concreto, solidale, trasparente e vero. E anche a Reggio questo ci viene riconosciuto da tutti. Basta solo dire che tutte le trattative più complicate e che riguardano crisi aziendali hanno sempre visto anche la presenza qualificata della Fim al tavolo di trattativa. Ora il mondo del lavoro e la tutela di esso non sono certamente in una fase favorevole, ma lo sforzo di tutela degli interessi dei lavoratori deve rimanere l’unico obiettivo di un sindacato e questo i lavoratori che conoscono la Fim, lo sanno. La Fim vuole continuare ad essere ‘solo’ un sindacato.
Giorgio Uriti, 40 anni, di Arceto di Scandiano, sposato con due figli, è stato nominato segretario Fim Cisl dal direttivo di Reggio Emilia riunitosi il 18 Aprile 2012. Diplomato perito elettrotecnico-elettronico all’Itis di Reggio Emilia, ha iniziato a lavorare da subito nel settore automazioni industriali, per poi passare alla Stilfreni (settore impianti frenanti) e successivamente alla Maletti, da cui è uscito in distacco sindacale. Tra le mansioni svolte: operaio, impiegato, responsabile controllo qualità. Dal 2001, dopo una parentesi condivisa tra metalmeccanici ed edili, si dedica stabilmente al settore metalmeccanico con vari incarichi (tra cui coordinatore dei giovani Emilia-Romagna). Sempre impegnato in ruoli sindacali (Rsu, Rls), tra gli altri incarichi ricoperti all’interno della Cisl quello di operatore della Fistel (grafici, cartotecnici, telefonici…), coordinatore regionale Emilia-Romagna dei giovani Fim dal 2004 al 2009, responsabile di zona a Scandiano.
Nel suo pensiero c’è una convinzione: “Oggi va di moda dire che il sistema tedesco è affascinante, ma per applicarlo occorre sapere che quel sistema prevede un sindacato autorevole e partecipativo che è davvero parte delle scelte strategiche delle aziende. in una parola serve democrazia economica”.