Da un mese ormai alcuni Centri commerciali della Provincia di Modena sono costantemente aperti. Da un mese diverse lavoratrici dei piccoli e medi negozi della Galleria sono costantemente al lavoro, senza giorno di riposo e con turni di lavoro massacranti.
Basta una malattia per trasformare una situazione difficile in un autentico inferno. Ci è stato segnalato un caso di una lavoratrice part-time che in una occasione ha superato le 70 ore settimanali, con una retribuzione in nero di 5 euro per le ore eccedenti il normale orario.
Il superamento della mezza giornata di chiusura del lunedì ha poi avuto come conseguenza un ulteriore deragliamento degli orari di lavoro, creando estremo disagio anche nelle famiglie delle lavoratrici.
Nessuna assunzione viene effettuata, perché l’effetto delle maggiori aperture è palesemente nullo. Con rare eccezioni, tutte da verificare nei reali effetti, per la gran parte dei negozi delle Gallerie la maggior apertura è un danno economico, che produce allo stesso tempo illegalità ed irregolarità nei rapporti di lavoro.
Purtroppo le autorità coinvolte dalle Organizzazioni Sindacali su questo problema non hanno dato finora dimostrazione di interesse.
Alla nostra richiesta dello scorso 13 febbraio di convocazione delle parti interessate, non hanno risposto né il Prefetto, né il Questore, né il Presidente della Provincia.
Solo la Direzione Provinciale del Lavoro ha dato informalmente riscontro alla nota delle Organizzazioni Sindacali del Commercio.
Il problema non è soltanto la repressione di comportamenti illegali. E’ necessario rimuovere quelle clausole che obbligano all’apertura i negozi dei Centri Commerciali, causa principale di questa situazione.
Tra gli effetti perversi della deregulation degli orari vi è per migliaia di imprenditori anche l’obbligo, non la facoltà, di seguire l’orario deciso dalle grandi catene. Alla faccia della libertà d’impresa e dei principi ispiratori delle liberalizzazioni.
Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL non rinunciano a chiedere il fattivo interessamento delle Istituzioni a questa vicenda, e rinnovano pubblicamente la richiesta avanzata il 13 febbraio scorso.
(Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs/Uil Modena)