L’Italia dopo Berlusconi, l’austerity del governo Monti, la contrattazione con Regione e Comuni, il futuro dello Spi e i rapporti con i pensionati di Cisl e Uil. È convocata lunedì 20 febbraio a Bologna – dalle ore 9.15 alle 14.00 presso la sala congressi Atc (via Saliceto 3) – l’assemblea regionale delle leghe del sindacato dei pensionati della Cgil.
In arrivo sotto le due torri le segretarie e i segretari delle 292 leghe dello Spi da Piacenza a Rimini, passando dai principali Comuni della regione. Con loro la segreteria regionale guidata da Maurizio Fabbri, il segretario generale della Cgil dell’Emilia-Romagna Vincenzo Colla e la leader nazionale dello Spi Carla Cantone, il cui intervento concluderà la mattinata di dibattito sulle nuove sfide per i pensionati Cgil.
“In questi mesi abbiamo incontrato la nostra gente e abbiamo visto che c’è molta paura, ma anche molta rabbia e preoccupazione – dice il segretario regionale dello Spi Maurizio Fabbri –. Dopo la caduta del governo Berlusconi, dobbiamo riassestarci e abbiamo bisogno di confrontarci per lanciare una nuova fase”. Due i punti fermi da cui lo Spi dell’Emilia-Romagna vuole ripartire: la ricerca dell’equità sociale attraverso la contrattazione nazionale, regionale e comunale, pur “nella consapevolezza delle criticità del periodo”, e la ritrovata unità con i pensionati di Cisl e Uil.
“Segni di equità nel governo Monti si intravedono, ma non sono sufficienti – spiega Fabbri –. Il blocco delle pensioni e l’allungamento dell’età pensionabile sono per noi, non lo nascondiamo, una sconfitta. La manovra è recessiva e impoverisce le classi popolari, non basta lavorare sul debito – aggiunge –. Serve sviluppo e per questo deve pagare chi non ha mai pagato, restituendo risorse a giovani, precari, lavoratori e pensionati”.
“Per noi la battaglia per l’equità non è chiusa – continua Fabbri –, ci prepariamo a una grande iniziativa per rilanciare le nostre richieste e correggere le parti più inique della manovra. Chiederemo di tutelare il potere d’acquisto delle pensioni e di potenziare il welfare, dando priorità alla non autosufficienza. Dove trovare le risorse? Attraverso la patrimoniale e una lotta più incisiva all’evasione fiscale”.
La sfida per l’equità è aperta anche in Emilia-Romagna. “Abbiamo concluso con la Regione un accordo che consideriamo positivo, perché riconferma sostanzialmente le risorse e punta sul welfare come strumento di sviluppo – dice Fabbri –. Ma resta da definire il modello di intervento sul sociale, noi pretendiamo un’equità reale che protegga tutti, a partire dalle persone più povere”.
L’intesa con la Regione sarà per lo Spi il riferimento nelle contrattazioni con i Comuni emiliano-romagnoli. “Siamo consapevoli dei tagli indiscriminati ai trasferimenti – aggiunge Fabbri –, ma le nuove misure a disposizione dei Comuni, l’Imu, le addizionali e le tariffe, ci danno lo spazio per aprire trattative vere e salvaguardare i redditi più bassi”. In questa nuova fase del sindacato, lo Spi chiama a raccolta i pensionati di Cisl e Uil. “L’unità tra le confederazioni è fondamentale per le nostre battaglie – continua Fabbri –, ma dobbiamo renderla salda e credibile, altrimenti alla prima occasione ci spaccheremo nuovamente”. Per questo, conclude, “a Fnp e Uilp lancio un messaggio: mettiamoci la faccia, facciamo una scelta forte, organizziamo una campagna di assemblee unitarie in tutti i territori”.