Per la reintroduzione della legge contro le dimissioni in bianco si schiera il gruppo Pd in Consiglio provinciale con un ordine del giorno – prima firmataria la consigliera Grazia Baracchi – sottoscritto anche dall’Idv.

Il giochino è semplice e al contempo efficace: quando si assume una lavoratrice giovane, potenzialmente in grado di fare figli, le si fanno firmare dimissioni in bianco da utilizzare in un futuro più o meno prossimo, quando la donna potrà o essere incinta, oppure ammalarsi in maniera seria, oppure ancora subire un infortunio. Un modo veloce e “pulito” per sbarazzarsi di una persona che non è più considerata funzionale al ritmo produttivo dell’azienda. Contro questa pratica, che le statistiche provano molto diffusa, la legge del 2007, voluta dal Governo Prodi e sostenuta in maniera trasversale da tutti gli schieramenti, aveva introdotto un meccanismo semplice, ma assolutamente efficace: per le dimissioni volontarie occorreva utilizzare solo moduli numerati progressivamente. Peccato che quello stesso meccanismo sia stato travolto da un decreto legge nel 2008, era Berlusconi, che aveva eliminato la procedura telematica approntata per contrastare le cosiddette “dimissioni in bianco”.

Oggi che il Governo Monti sta per varare una complessiva riforma del mercato del lavoro il tema torna di stretta attualità e il gruppo Pd in Consiglio provinciale ha presentato un ordine del giorno – prima firmataria la consigliera Grazia Baracchi – sottoscritto anche dall’Idv, con oggetto proprio la reintroduzione della legge contro le “dimissioni in bianco”. “Un gruppo di autorevoli donne del Paese – si legge nell’ordine del giorno – sta promuovendo una legge d’iniziativa popolare per eliminare questo vero e proprio abuso di potere nei confronti di lavoratori e lavoratrici”. Ancora una volta, si punta all’utilizzo gratuito di una semplice modulistica contrassegnata da un codice alfanumerico progressivo. Pd e Idv chiedono, quindi, che il Consiglio provinciale garantisca il proprio sostegno all’iniziativa e che la Giunta si impegni “a intraprendere ogni azione utile affinché si sensibilizzi il Parlamento al ripristino della Legge 188/2007 contro i licenziamenti mascherati da dimissioni”.