“Il calcolo dell’Isee per l’accesso ai servizi per l’infanzia, non prevedendo che il reddito di un genitore non coniugato e non convivente venga conteggiato in quello della famiglia, penalizza fortemente le coppie sposate e conviventi e si presta a pratiche elusive ed evasive”. E’ quanto ha affermato oggi un Aula Silvia Noè, capogruppo Udc, restituendo gli echi del dibattito che ha recentemente investito il Comune di Bologna in tema di modifica dell’Isee. Sull’argomento Noè ha presentato una interrogazione a risposta immediata nella quale, “alla luce delle imminenti scadenze delle iscrizioni ai nidi per l’anno 2012-13”, ha chiesto alla Giunta regionale come intenda porsi “per sanare questa ingiusta discriminazione che va a colpire i coniugati e i conviventi”. Di fronte ad una situazione di frammentarietà dovuta alle diverse disposizioni adottate dai comuni del territorio, la Giunta regionale – ha chiesto ancora Noè – ha intenzione di individuare tipologie per la definizione di “genitore solo”?
Sul tema dei criteri di valutazione della situazione economica – ha riferito il sottosegretario Alfredo Bertelli – la Giunta è convinta che si debba trovare una soluzione equa e idonea a superare i limiti e le disparità segnalata nell’interrogazione della consigliera. Il contesto in cui una materia così importante potrà trovare soluzione? Quello avviato con la revisione dei criteri dell’Isee che proprio nei giorni scorsi i rappresentanti del Governo hanno garantito di portare a termine entro il prossimo mese di maggio Cosa che – ha sottolineato Bertelli – “ci auguriamo possa avvenire con il coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali”. Per ciò che attiene la funzione di coordinamento degli enti locali chiamata in causa da Noè, a giudizio di Bertelli “non vi è dubbio che la Regione possa, con strumenti costituzionalmente corretti, adottare misure anche sotto forma di direttive (in coerenza con quanto previsto dalla L.r. 2/2003 contenenti indirizzi per i Comuni). È congruo che tali indirizzi – ha sottolineato il sottosegretario – siano elaborati in chiave della massima omogeneizzazione, in coerenza con il quadro di legislazione statale a cui fare riferimento”. Per quanto concerne la definizione del “genitore solo” ai fini dell’accesso a servizi educativi per l’infanzia, tema trattato in un progetto di legge presentato dalla stessa Noè nel dicembre scorso, dal titolo “Norme per la promozione delle responsabilità genitoriali”, Bertelli ha assicurato che la Giunta, nell’ambito dell’iter di valutazione del progetto, si impegnerà “a concorrere all’individuazione delle soluzioni più congrue ai fini dell’equità”. E ciò “come sempre”, nel pieno rispetto dei principi e delle competenze istituzionali”.
A giudizio della consigliera la risposta della Giunta è “pilatesca”. “Oggi ci viene detto che si attende una norma nazionale – ha commentato – e tuttavia nel 2009 l’Assemblea ha approvato una norma, molto discussa, che prevedeva una direttiva specifica della Regione in tema di indirizzi generali per il concorso degli utenti ai servizi socio-sabnitari e socio-educativi (L.r. 24/2009 art. 49)”. Questa direttiva la stiamo aspettando da oltre due anni – ha sottolineato la consigliera – e intanto i comuni invocano un intervento regolativo da parte della Regione. “Fa piacere che Bertelli prenda atto del progetto di legge da me depositato, il quale potrà rappresentare un motivo di riflessione sull’argomento, ma intanto – ha concluso Noè – bisogna sapere come ci comportiamo per le iscrizioni ai nidi per il 2012/2013. Credo sarebbe un atto di grande responsabilità emanare una direttiva ad hoc che chiarisca le definizioni di genitore singolo o comunque ne offra una interpretazione autentica valida da Rimini a Piacenza”.