Rispettate le previsioni. Nella notte sul modenese puntualmente è arrivato il “blizzard” che ha portato una intensa anche se breve precipitazione nevosa di 4-5 cm accompagnati da vento che soffiava a 40km/h. Il fenomeno, velocemente trasferitosi sul Tirreno, secondo gli esperti dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia tra la serata di venerdì 10 e la mattina di sabato 11 febbraio rientrerà da est con altro apporto abbondante di neve.

Puntuale come un orologio svizzero, o meglio russo vista la provenienza, nella notte è arrivata la tormenta con il “blizzard”. “Il fenomeno, vista la furia del vento e l’intensità della neve, per fortuna – annota l’esperto Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – non è durato a lungo”.

Anche a ben osservare l’intensità e la caratteristica del fenomeno riusciva difficile capire se la neve che roteava per l’aria era più quella che cadeva, o meglio volava dal cielo, o quella trasportata dal suolo e dai tetti. Le raffiche di vento a Modena sono state sui 40 km/h con temperatura attorno a -2°C/-3° con una minima registrata in periferia, dove ha sede il Campus universitario di Ingegneria di -3.8°C. La neve fresca che si è depositata al suolo è di difficile stima, causa l’apporto eolico, ma si può realisticamente valutare che la precipitazione nevosa abbia raggiunto i 4-5 cm. “La tormenta – continua nella sua analisi Luca Lombroso – per fortuna è stata per così dire <intelligente>, evitando come avvenne con la tormenta di Santa Lucia del 2001 le ore di punta. Uno stesso fenomeno meteo, infatti, ha un impatto e una visibilità diversi a seconda dell’orario in cui avvengono. A proposito di blizzard, oltre al 2001, ricordiamo che assistemmo ad un fenomeno analogo anche 2 anni fa, esattamente tra il 9 e 10 marzo quando a Modena caddero 36 cm di neve”.

E, in qualche modo, l’atmosfera è stata “comprensiva” delle esigenze di vita e lavoro della popolazione. Ora, almeno in pianura, come previsto si ha una pausa nel fenomeno nevoso, mentre in Appennino la nevicata sta proseguendo. “Non illuda – avverte il meteorologo Luca Lombroso – qualche eventuale squarcio di sole: il ciclone nevoso <Lucina> si sta collocando nel Mar Tirreno e domani darà del filo da torcere a mezza Italia, compresa la Romagna. Fra la serata di oggi venerdì 10 e sabato 11 febbraio la perturbazione rientrerà da est, interessando anche il modenese e, in misura un po’ minore, il reggiano con altra neve e forse altro blizzard. Sulle quantità… prognosi riservata: l’atmosfera è la fabbrica delle meraviglie e per una volta voglio che ci si goda la sorpresa di meravigliarsi e poter dire <oh, quanta neve> oppure commentare con un laconico <speravo di più>”.

Occorre a questo proposito ricordare che la neve di per se non è una calamità naturale come le alluvioni o, peggio, i terremoti. “La neve – conclude Luca Lombroso – è fondamentale per la natura, per le riserve idriche, per la biosfera. Per qualcuno può essere un costo, ma per altri, il turismo, oro bianco. Difficile certo accontentare tutti, ma quando tornerà il sole lo spettacolo, soprattutto in Appennino, sarà meraviglioso”.