Sono stati 1.129 gli accessi per patologie traumatiche ai Pronto Soccorso dell’Azienda USL di Bologna (Maggiore, Bentivoglio, San Giovanni in Persiceto, Budrio, Porretta, Vergato) dal 1 al 8 febbraio. Di questi, 87 sono stati seguiti da ricovero perché necessitavano di intervento chirurgico.
Per quanto riguarda le persone operate, la frattura più frequente è stata quella al femore, seguita da quella tibio-tarsica, quindi da quella all’omero.
In generale, gli accessi ai Pronto Soccorso per patologia ortopedica sono stati nella media, in alcuni casi addirittura lievemente al di sotto della media stagionale. Nelle Ortopedie, invece, e in particolare in quella dell’Ospedale Maggiore, sede del Trauma Center, si è registrata un’attività intensa.
Ospedale Maggiore
612 gli accessi al Pronto Soccorso ortopedico del Maggiore dal 1 al 8 febbraio, 52 dei quali ricoverati per intervento chirurgico. 33 sono stati ricoverati presso l’Ortopedia del Maggiore, 12 inviati all’istituto Ortopedico Rizzoli, 7 a Villa Erbosa.
Per quanto riguarda in particolare le cause di ricovero presso l’Ortopedia del Maggiore, la più frequente è stata la frattura di femore, con 14 casi. Segue la frattura tibio-tarsica, con 6 casi, quindi le fratture all’omero (4), quelle al perone (2), le fratture delle ossa dell’avambraccio (2) vambracci, del bacino (2) e delle vertebre (2).
Le fratture del femore hanno riguardato prevalentemente anziani tra i 74 e i 98 anni. Particolare attenzione è stata dedicata alla rapidità di intervento. 6 pazienti sono stati operati entro 36 ore dall’accesso in Pronto Soccorso, 3 pazienti entro 72 ore. I 5 restanti hanno dovuto attendere più a lungo perché sottoposti a terapia antiaggregante o anticoagulante, quindi non operabili immediatamente.
Per far fronte alle attività è stato aumentato di 2 unità il numero di Medici Ortopedici presso il Pronto Soccorso il 1 febbraio, e di 1 unità nei giorni dal 2 al 7 febbraio. Prolungata anche la seduta di sala operatoria, estesa sino alle 20 (anziché alle 18). Sabato e domenica, inoltre, sono state aggiunte due sedute operatorie, in maniera da ridurre i tempi di attesa per gli interventi.
Le fratture del femore colpiscono prevalentemente gli anziani in seguito a cadute accidentali. La caduta sul fianco nel paziente osteoporotico determina, solitamente, la rottura del collo del femore. Nella Ortopedia dell’ospedale Maggiore queste fratture sono trattate chirurgicamente, utilizzando una protesi o inserendo un chiodo nel canale del midollo osseo. L’obiettivo è la riabilitazione più precoce possibile, soprattutto per le persone anziane, evitando così i problemi correlati alla permanenza a letto, come piaghe da decubito, disfunzioni respiratorie, cardiocircolatorie ed urinarie.
La riabilitazione inizia, infatti, dopo 2 o 3 giorni dall’intervento, consentendo al paziente di camminare con gli ausili. I tempi di guarigione di una frattura del collo del femore trattata con l’introduzione di un chiodo all’interno del canale midollare varia da 60 a 120 giorni, mentre per quelle trattate con protesi sono necessari 30-60 giorni. Si comincia con la guarigione della ferita chirurgica, quindi con il rinforzo muscolare e la rieducazione alla deambulazione.
Le fratture della gamba e della tibio-tarsica sono state registrate prevalentemente in giovani adulti, scivolati sul ghiaccio. Queste fratture sono associate, spesso, alla lussazione della caviglia. Il trattamento in questi casi consiste nella riduzione della lussazione e nel confezionamento di un gesso temporaneo. Successivamente la persona viene operata per inserire una placca e viti. Il consolidamento della frattura avviene in circa 60 giorni. La rieducazione consiste nella mobilizzazione precoce della caviglia e comincia a 30-60 giorni dall’intervento.