Sono in programma domani, martedì 10 gennaio, a Finale Emilia e dopodomani, mercoledì 11 gennaio, a Mirandola i primi incontri della rassegna “Capire per ricordare”, il ciclo di iniziative che celebrano la dodicesima edizione della Giornata della Memoria delle Vittime della Shoà, organizzate e promosse dai nove comuni modenesi dell’Area Nord, in collaborazione con la Fondazione Ex Campo Fossoli di Carpi, con il contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e il patrocinio di Ucman (Unione Comuni Modenesi Area Nord), Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) – sezione provinciale di Modena, Provincia di Modena e Assemblea Legislativa Regione Emilia Romagna.
A Finale, domani alle ore 20,45, nella Sala del Consiglio Comunale di piazza Verdi 1, porterà la sua testimonianza Gilberto Salmoni, sopravvissuto a Buchenwald. Nato a Genova, Salmoni fu arrestato per motivi razziali, a soli sedici anni, il 17 aprile 1944, dalla milizia della Repubblica di Salò, mentre si trovava alla frontiera svizzera insieme a tutta la famiglia. Fu deportato a Fossoli, dove venne internato fra gli ebrei considerati misti, e successivamente a Buchenwald, insieme al fratello, mentre i genitori e la sorella trovarono la morte ad Auschwitz. Laureatosi in ingegneria e psicologia, oggi è attivamente impegnato a trasmettere la sua esperienza di deportato, al fine di diffondere il più possibile la memoria di quegli eventi. Sulla sua storia ha scritto il libro “Una storia nella storia”.
A Mirandola, mercoledì alle ore 20,45, all’Auditorium del Castello dei Pico, toccherà a Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, portare la propria testimonianza diretta.
Nato a Roma nel novembre 1928, figlio di Giovanni, rappresentante di commercio di tessuti e Lidia Ascoli, Piero è il più piccolo dei suoi fratelli: Anna, Leo e Cesare. Il 15 novembre 1938, dopo l’emanazione delle leggi razziali, quando frequenta da poco la classe Quinta, è costretto a lasciare la scuola e i suoi amici. Poco dopo inizia a frequentare la scuola ebraica di Lungotevere e conosce altri ragazzi ebrei con i quali instaurerà amicizie importanti e durature. Il giorno di Pesach, il 7 aprile 1944, la famiglia Terracina viene arrestata su delazione dalle SS, condotta a Regina Coeli e deportata prima a Fossoli, poi ad Auschwitz. Della sua famiglia è l’unico a essere tornato. A Birkenau sono morti i suoi genitori, i tre fratelli, il nonno e lo zio. Dirigente d’azienda, oggi è uno dei più importanti testimoni della deportazione.