“Il 2011 si chiude con un ennesimo periodo di sforamenti dei limiti sulla qualità dell’aria – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – con il numero di giorni di superamento dei limiti delle PM10 (le polveri sottili) quest’anno sono giunti a valori ormai astronomici, come nel 2010 e ben più del 2009 e le ultime settimane sono state caratterizzate da continua emergenza. Purtroppo la reazione del Comune di Reggio è stata ancora una volta debole e contraddittoria, con blocchi del traffico programmati, poi revocati ai primi segnali di pioggia, per poi essere riattivati poco dopo o cancellati per esigenza del commercio. Un comportamento che non è coerente con la gravità del fenomeno e con gli effetti sulla salute. E’ bene ricordare, come cita anche il sito dell’ARPA, che l’aumento delle concentrazioni delle PM10 è direttamente correlabile a aumento di ricoveri ospedalieri e di patologie per cause respiratorie e vascolari. Per questo Legambiente chiede che il 2012 si apra con una maggiore fermezza e con la capacità della regione e dei sindaci di mettere in atto azioni di emergenza serie e continuative assieme ad azioni strutturali sul traffico. La centralina di Viale Timavo in città, nell’anno appena concluso, ha rilevato 86 sforamenti del limite consentito sui 35 permessi, più del 2010 e del 2009. Non va meglio in provincia dove a Casalgrande si segnalano 66 sforamenti, a Castellarano 47 e a Guastalla 72. Per trovare un dato peggiore sulla centralina di Viale Timavo si deve andare nel 2008, con 109 sforamenti (ma meno per le altre due presenti in città).
Se i blocchi del traffico episodici non risolvono il problema a monte, è necessario comunque un forte segnale culturale che l’uso dell’auto privata deve diventare sempre più ridotto nelle nostre città. Quindi i blocchi devono essere mantenuti ed estesi ad ampie aree delle città, riducendo al minimo le deroghe, ora eccessive.
Con riferimento alle azioni strutturali – conclude Becchi – è necessario destinare i fondi per gli investimenti con priorità assoluta al trasporto pubblico cittadino e pendolare (che continua a perdere ogni anno utenti) e alla rete delle piste ciclabili. Anche sul versante delle abitazioni l’urgenza è quella di mettere mano alla riqualificazione delle città riducendo i consumi del patrimonio edilizio costruito dal dopoguerra agli anni ’90, individuando gli strumenti urbanistici ed economici per farlo. Insomma se nell’immediato i blocchi del traffico sono la soluzione da applicare, nel lungo termine la lotta allo smog si fa con i piani regolatori e sulla scelta degli investimenti infrastrutturali. Non si può infatti sperare, come accade oggi, che la pioggia risolva i nostri problemi”.