Si è conclusa con la condanna dell’Ausl di Modena il processo civile iniziato nel 2005 dai figli e dal marito di una donna residente a Modena, deceduta a 56 anni nel 2003 per un male incurabile che l’aveva colpita all’utero. L’azienda sanitaria dovrà risarcire 100.000 euro ed accollarsi le spese legali.
“La Sentenza, emessa lo scorso Novembre dal Tribunale di Modena, rappresenta una conquista improtante per il riconoscimento dei diritti del malato” – dichiarano gli Avv.ti Elisabetta Aldrovandi ed Elisa Vaccari, difensori dei familiari della vittima – “poichè è stato riconosciuto il danno subito dalla signora, purtroppo deceduta a causa di un carcinosarcoma estremamente aggressivo, derivante dal non aver potuto fruire di quelle, seppur poche, chances di sopravvivenza che la mancata diagnosi tempestiva le ha aprioristicamente precluso”.
La vicenda, che appunto risalente al 2003, vedeva la signora, all’epoca seguita dal Consultorio Familiare dell’ASL di Modena, ammalarsi di un carcinosarcoma uterino, non tempestivamente diagnosticato dai medici, i quali, secondo le risultanze istruttorie, avrebbero potuto, sin dall’inizio del 2002, rendersi conto della patologia che affliggeva la signora, la quale, poi, decedeva nell’aprule 2003, pochi mesi dopo la “scoperta” da parte del personale medico della gravissima malattia, ormai allo stato terminale.
Da qui, la decisione, assai sofferta, da parte dei familiari della signora di agire avanti le Autorità Giudiziarie, onde accertare la responsabilità dei medici che avevano in cura la signora, poi effettivamente acclarata sussistente dalle risultanze probatorie esperite in corso di causa.