A sette mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione comunale il sindaco Virginio Merola traccia un primo bilancio del mandato, illustrando una sintesi delle cose realizzate dalla Giunta nel 2011. Di seguito l’intervento del sindaco e il documento integrale dei primi 7 mesi di mandato.
“Dal 26 maggio 2011, giorno in cui ho presentato la mia squadra, sono
passati sette mesi, quasi 200 giorni di lavoro dedicato a ridare un governo
democratico e compiuto alla città di Bologna.
La Giunta è stata formata in soli tre giorni, scegliendo di affidare la
guida dell’amministrazione a 10 persone capaci e appassionate, tra i quali
quattro giovani sotto i 35 anni e cinque donne, compresa la Vicesindaco.
Insieme, abbiamo subito voluto dare un messaggio di sobrietà rinunciando
alle auto blu e agli altri piccoli vantaggi che per prassi erano assegnati
alla politica. Per primi abbiamo rinunciato ai pass di accesso al centro
storico e altrettanto hanno fatto i consiglieri comunali. Il cortile del
Pozzo di Palazzo D’Accursio è stato liberato dai parcheggi riservati e
dalla prossima primavera diverrà un’area giochi per bambini e famiglie.
Bologna ha bisogno di guardare al mondo con occhi nuovi e di consegnare un
messaggio di opportunità ed entusiasmo alle nuove generazioni, ponendo al
primo posto il valore del lavoro e dell’occupazione. Pertanto, abbiamo
voluto aprire una nuova fase costituente, avviando il percorso del Piano
Strategico Metropolitano insieme a tutte le istituzioni e le forze
economiche del territorio. Un impegno urgente e meditato allo stesso tempo,
consapevoli di dovere affrontare in poco tempo sia scelte determinanti per
l’uscita dalla crisi sia altrettante decisioni che avranno ricadute sulle
generazioni future. Abbiamo compreso che la politica da sola non sa e non
può risolvere in sé tutta la complessità che una dimensione urbana come
quella che caratterizza Bologna.
Con l’obbiettivo di recuperare reputazione e competitività, abbiamo
allargato il nostro modello decisionale per co-ideare e realizzare davvero
i progetti contraddistinti da un profilo strategico. Dalla riforma del
welfare alle infrastrutture, dalla dotazione di una nuova gamma di
strumenti per finanziare il tessuto delle piccole medie imprese,
accompagnati da accordi e azioni per ridurre il tasso di precarietà nel
mondo del lavoro, all’obbiettivo di creare nuove opportunità nelle filiere
produttive tramite un solido investimento in ricerca, tecnologie e talenti.
Nel presentare al Consiglio Comunale, le “Linee di mandato 2011-2016”,
frutto del programma elettorale votato dai cittadini, abbiamo chiaramente
esposto la volontà di accompagnare le nostre priorità e le nostre politiche
ad una seria proposta di fattibilità, in occasione della redazione sia del
Piano generale di sviluppo sia della redazione del documento di Bilancio.
L’estate e l’autunno hanno rappresentato un tempo congruo per questa
valutazione, seppure alla luce degli importanti mutamenti avvenuti a
livello nazionale. Alla vigilia del confronto sul nostro primo Bilancio di
mandato, sono convinto che Giunta e Consiglio saranno capaci di
un’assunzione di responsabilità senza precedenti verso i cittadini,
interpretando al meglio questa fase di forte crisi economica e sociale.
La crisi che affrontiamo senza sosta dal 2008 ci ha già fortemente
cambiati, in Italia e in Europa. La maggioranza dei cittadini ha già visto
i propri redditi e le proprie certezze colpiti dalla crisi finanziaria, un
peso al cui nel prossimo futuro si aggiungeranno gli effetti della manovra
Monti. Agli enti locali e in particolare ai Comuni viene lasciato un
compito difficile, fare quadrare i bilanci dello Stato e i propri,
acquisendo un livello minimo di autonomia impositiva, ma va chiarito che
non ci verranno date risorse aggiuntive.
Avremo modo di entrare nel merito del confronto sul Bilancio 2012 del
Comune di Bologna nelle prossime settimane, ma non vi è dubbio per noi che
la priorità sarà difendere l’alto livello di servizi sociali e scolastici,
e la buona qualità della vita della nostra città. Da questo punto di vista,
sono convinto che nel rapporto con i cittadini saremo meglio compresi e
sostenuti, se presenteremo proposte di riforma condivise, dimostrando di
sapere convergere nei momenti di difficoltà al di là dei confini di partito
o d’interesse. Nei momenti di crisi strutturale, infatti, non ci deve
spaventare nulla se non la paura stessa di cambiare, pena il crollo del
deficit pubblico e l’incapacità manifesta di dare risposte all’emergere di
nuovi bisogni e povertà.
I prossimi anni saranno gli anni della svolta per Bologna. Possiamo vivere
questi anni e i problemi che dovremo affrontare come un vincolo, una
situazione data che ci obbliga a fare scelte che non avremmo voluto fare.
Oppure possiamo cogliere i vincoli come l’occasione per accelerare e
attuare le riforme strutturali di cui l’Italia e la nostra città hanno
bisogno. In questa situazione, che non fatico a definire drammatica, le
città del nord capoluoghi di Regione, hanno già iniziato a coordinarsi su
proposte e iniziative per mettere al centro della rinascita del Paese.
Ne sono convito, Bologna saprà fare la sua parte scegliendo la strada delle
riforme, senza inseguire facili scorciatoie per il consenso di breve
periodo. Questo rapporto di sintesi sulle cose realizzate nei primi sette
mesi di mandato in parte dimostra, quante e quali scelte concrete abbiamo
già compiuto proprio in questa direzione”.