“Se l’articolo 31 del decreto ‘salva Italia’ sulle liberalizzazioni sarà approvato così com’è, l’applicazione del ‘modello Modena’ sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali sarà resa più difficoltosa”. E’ l’allarme lanciato dall’assessore alle Politiche economiche del Comune di Modena Graziano Pini.

“Quella del governo Monti è sicuramente una norma a tutela della concorrenza e dell’interesse pubblico, ma gli effetti rischiano di essere contraddittori se la liberalizzazione non viene contestualizzata”, prosegue l’assessore. “Il settore distributivo, costituito da piccole, medie e grandi imprese, mal si presta ad una liberalizzazione tout court, nella quale anche gli orari e le festività di apertura rimangono a completa discrezione dei commercianti. L’effetto più probabile – spiega Pini – sarebbe il verificarsi di un intasamento nelle date più appetibili e del deserto in quelle meno interessanti. Il cittadino-consumatore rimarrebbe senza alcun servizio in alcuni periodi, come ad esempio in agosto”.

Per l’assessore, la scelta di Modena di trovare un accordo con le associazioni della piccola, media e grande distribuzione, dei consumatori e con le organizzazioni sindacali “è vincente ed è importante che, a livello nazionale, si arrivi a prevedere un simile vincolo di concertazione o, quanto meno, si limiti l’applicazione alle sole zone e città turistiche, come recitava la norma del 2006”, aggiunge. “Gli esercenti hanno scelto di darsi una turnazione in modo da restringere le giornate di apertura a sole otto domeniche l’anno per tipologia. In questo modo – conclude Pini – i cittadini-consumatori troveranno sempre qualche struttura aperta nel territorio comunale, in ogni festività dell’anno, anche in quelle meno ambite”.