Riafferma la volontà di mantenere la maggioranza pubblica di Hera e conferma il numero delle azioni sottoposte al sindacato di blocco, ma introduce anche alcune novità la delibera sul “Contratto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti azionari fra i soci pubblici di Hera spa”, che il Consiglio comunale di Modena ha approvato lunedì 12 dicembre. A votare a favore del documento illustrato dal sindaco Giorgio Pighi sono stati Pd e Sinistra per Modena, mentre si sono espressi contro Pdl, Lega moderna, Modenacinquestelle.it, Idv e Udc.
La proposta riguarda il rinnovo del Patto di sindacato fra i soci pubblici di Hera, la cui “principale finalità è preservare la maggioranza pubblica della società”, ha detto Pighi. I soci aderenti si impegnano quindi, mediante un sindacato di blocco, a non vendere azioni, in una misura che permetta di soddisfare questo vincolo. Le novità introdotte sono relative alla composizione del Comitato di sindacato, l’organo decisionale del Patto, e del Consiglio di amministrazione di Hera. Il Comitato di sindacato concorda le decisioni più importanti da sottoporre all’assemblea straordinaria di Hera e predispone le liste per l’elezione del Consiglio di amministrazione. Con la proposta in delibera il Comitato rimane di nove componenti, ma viene rivisto nel numero dei voti attribuiti alle diverse aree e Modena passa da 3 su 14 a 6 voti su 22. Inoltre, il Consiglio di amministrazione di Hera dal prossimo rinnovo sarà ridimensionato, passando da 18 componenti a 13. Modena ne manterrà 3, altrettanti ne esprimerà l’area di Bologna con Ferrara e 4 saranno indicati dalla Romagna. La delibera propone infine il rinnovo della Convenzione stipulata fra gli enti pubblici locali modenesi per le modalità di individuazione dei candidati alla carica di consigliere di amministrazione.
Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha evidenziato la necessità “di raccogliere le indicazioni provenienti dall’ampio dibattito in corso sul fatto che le società partecipate in mano pubblica sono diventate carrozzoni molto costosi”. Ha anche ricordato di aver già chiesto di rivedere i compensi delle società holding e partecipate di Hera, complessivamente superiori a 5 milioni di euro. “Si tratta di società che non si capisce se debbano fornire un servizio pubblico o soddisfare il capitale sociale quotato in borsa, infatti le tariffe continuano ad aumentare senza possibilità per l’Amministrazione di intervenire”, ha affermato il consigliere.
Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it ha parlato “di un pullulare di società e holding con relativi consigli di amministrazione stipendiati anche quando le società non esistono più, come accade a Modena”. Ballestrazzi ha chiesto al sindaco, “in qualità di rappresentante della salute dei modenesi, di rimettere in discussione l’autorizzazione al raddoppio dell’inceneritore, unica dote portata dalla modenese Meta a Hera, concessa prima di conoscere i risultati di Monitor, che raccomandano l’adozione di politiche che non creino ulteriore domanda di incenerimento”.
Per il Pd, Michele Andreana ha, invece, messo in risalto “i dati principali del Patto. Innanzitutto la volontà di mantenere al controllo pubblico il 51% della società e in secondo luogo la riduzione dei compensi che è un segnale importante, come la scelta di ridurre il cda da 18 a 13 membri; infine il rafforzamento del ruolo di Modena, sia nel Comitato di sindacato che nel Consiglio di amministrazione”. In sede di dichiarazioni di voto, Andreana ha anche affermato che “questo tipo di gestione garantisce trasparenza e la proprietà della rete non ha impedito ad altri di competere sul mercato”.
Secondo Eugenia Rossi dell’Idv “nella delibera manca la revisione, pur promessa, dei compensi di amministratori e dirigenti, come manca un qualsiasi accenno alla soppressione degli Ato provinciali. Quello di Modena – ha sottolineato la consigliera – costa più di un milione di euro all’anno; almeno arriviamo ad averne uno solo per tutta la regione. Infine – ha concluso – non sono così certa della trasparenza di Hera, visto che sto ancora aspettando una risposta relativa a una società partecipata”.
Davide Torrini dell’Udc, motivando il voto contrario, si è detto “profondamente convinto che gli enti pubblici in Hera vivono un conclamato e profondo conflitto di interesse, perché il pubblico agisce sulle leve potendo far pagare a tutti qualcosa che distribuisce solo ad alcuni. Le reti – ha aggiunto – devono rimanere pubbliche e i gestori in mano privata: questa la strada da imboccare. Non è possibile che gli enti pubblici detengano tanti servizi in un momento in cui ci sarebbe bisogno di liberalizzare; i monopoli non garantiscono servizi di qualità”, ha aggiunto.
In conclusione di dibattito il sindaco Giorgio Pighi ha nuovamente sottolineato l’importanza del Patto, perché “sappiamo bene che se vogliamo che il servizio mantenga gli attuali livelli, dobbiamo avere una forte rappresentanza, così come conosciamo bene i nostri obblighi alla tutela della salute dei cittadini”, ha detto.