Dal primo settembre 2013 le scuole dell’infanzia, elementari e medie modenesi saranno aggregate in 11 Istituti comprensivi, che avranno tra gli 800 e i 1200 alunni. Scompariranno invece le attuali 13 autonomie scolastiche (8 circoli didattici e 5 scuole medie), che ricomprendono un totale di 11 plessi di scuola dell’infanzia statale (il 72% frequenta le scuole dell’infanzia comunali o convenzionate), 27 plessi di scuola elementare e 10 plessi di scuola media.

Il Consiglio comunale ha approvato con voto favorevole di Pd, Pdl, Lega moderna, Modenacinquestelle.it e Udc e con voto contrario di Federico Ricci (Sinistra per Modena) e William Garagnani (Pd), la delibera sul piano di riorganizzazione della rete delle istituzioni scolastiche autonome del distretto di Modena.

La riorganizzazione arriva in adeguamento alla legge finanziaria che, richiamando il concetto pedagogico di continuità educativa, “mira alla razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica”, ha affermato l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzé illustrando il piano. “L’Emilia-Romagna insieme ad altre 15 Regioni ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale per lesione della competenza degli enti regionali sull’organizzazione delle scuole, in particolare sul numero degli alunni per Istituto individuato dalla legge in mille unità. Tale intervento porterà un risparmio di circa 7 mila unità di personale a livello nazionale”. Contemporaneamente la Regione ha emanato gli indirizzi per l’adempimento, “perché in caso di inadempienza – ha proseguito l’assessore – sarà tolta l’autonomia e saranno ridotti i fondi. La Regione ha introdotto margini di flessibilità con un range tra gli 800 e i 1200”. Gli obiettivi della riorganizzazione che il Comune ha messo in campo sono quelli di introdurre elementi di razionalizzazione alla rete scolastica comunale, cogliere tutte le opportunità pedagogiche connesse alla verticalizzazione degli istituti scolastici, cioè lavorare sulla continuità educativa, evitare di esporre le scuole a rischi connessi alla mancata rispondenza dell’assetto dimensionale e organizzativo alle norme vigenti. L’assessore ha sottolineato le differenze di numeri di allievi da un circolo o Istituto all’altro e la necessità di riportare a un unico Istituto scuole territorialmente adiacenti. “L’attuale organizzazione – ha detto – presenta quindi elementi non razionali su cui è bene intervenire”.

Gli accorpamenti sono stati realizzati inserendo in ogni Istituto comprensivo una scuola media (l’undicesima sarà attivata con il completamento dei lavori di realizzazione del complesso di via Mattarella), tenendo presente la contiguità territoriale delle scuole e i flussi di spostamento attuali tra elementari e medie. Le scuole primarie delle frazioni sono state collegate con le scuole medie ora frequentate dai bambini. La proposta che più ha fatto discutere, ha spiegato l’assessore, è stata quella del collegamento delle scuole Palestrina e Saliceto Panaro alle medie San Damaso invece che alle Ferraris. “I percorsi continueranno ad essere gli stessi di oggi – ha precisato Querzé – l’abbinamento è solo amministrativo e consente di conservare l’autonomia scolastica a San Damaso”.

Del primo Istituto comprensivo faranno parte la scuola dell’infanzia Cittadella, le scuole elementari Cittadella, Leopardi e Pascoli e la scuola media San Carlo, per un totale di 1232 alunni; del secondo Istituto la scuola dell’infanzia Montegrappa, le scuole elementari De Amicis e San Giovanni Bosco e la scuola media Paoli, per un totale di 1095 alunni; del terzo Istituto le scuole elementari Palestrina, Saliceto Panaro, Martin Luter King di Portile e Begarelli di San Damaso e la scuola media Sola di San Damaso, per un totale di 1220 alunni. Del quarto Istituto comprensivo faranno parte le scuole dell’infanzia Boccherini e Andersen, la scuola elementare Sant’Agnese, la scuola media Carducci, per un totale di 1042 alunni; del quinto Istituto le scuole dell’infanzia Boschi, Rodari, Carbonieri, le scuole elementari Rodari, Graziosi e Mattarella e la scuola media Mattarella per un totale di 1123 alunni una volta a regime; del sesto Istituto faranno parte le scuole elementari Buon Pastore e Montecuccoli di Baggiovara e la scuola media Lanfranco, per un totale di 1232 alunni. Del settimo Istituto comprensivo faranno parte le scuole elementari Pisano, Don Milani e San Geminiano di Cognento e la scuola media Guidotti, per un totale di 1021 alunni a regime; dell’ottavo Istituto faranno parte le scuole dell’infanzia Lippi 1 e Lippi 2, le scuole elementari Galilei ed Emilio Po e la scuola media Calvino, per un totale di 1058 alunni; del nono Istituto faranno parte le scuole elementari Giovanni XXIII, Lanfranco di Cittanova e Ciro Menotti di Villanova, e la scuola media Cavour, per un totale di 1141 alunni. Del decimo Istituto comprensivo faranno parte le scuole dell’infanzia Madonnina e Collodi, le scuole elementari Collodi, Anna Frank, Anna Frank-Marconi, Bersani ad Albareto e la scuola media Marconi, per un totale di 1192 alunni; dell’undicesimo Istituto, infine, faranno parte la scuola elementare Gramsci e la scuola media Ferraris.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

L’approvazione della riorganizzazione della rete scolastica come previsto dalla legge 111 del 2011, è stata preceduta in Consiglio da un partecipato dibattito.

Per il Pd, Ingrid Caporioni si è detta “dispiaciuta che la riorganizzazione sia inserita in una finanziaria che impone di accorpare in fretta, in modo ragionieristico, edifici ed edilizia”. La consigliera, dopo aver denunciato i tagli di docenti e personale Ata “operati sistematicamente dal Governo”, ha auspicato che il tavolo istituito dall’assessorato “svolga le funzioni di monitoraggio anche in vista di possibili assestamenti”. Cinzia Cornia ha spiegato come la legge imponga Istituti comprensivi di almeno mille alunni, senza prevedere oscillazioni e creando quindi gravi problemi, perché quelli inferiori non avrebbero diritto al dirigente scolastico. Cornia ha infine detto di ritenere “l’attuale piano, che rispetta i criteri numerici e territoriali, l’unico possibile ora a Modena”, auspicando che la legge introduca entro l’anno oscillazioni sui numeri. Mentre William Garagnani ha, da una parte, stigmatizzato “il diktat imposto dal precedente Governo con l’unico motivo di fare cassa in modo indiscriminato e orizzontale”, dall’altra, ha posto in evidenza quelli che considera i limiti della riorganizzazione modenese motivando le ragioni del suo voto contrario. E ha, tra gli altri, citato il caso della parte nord est della città “penalizzata perché la scuola elementare Anna Frank è inserita nell’Istituto comprensivo delle Marconi, invece che con le Cavour e la scuola Palestrina è messa con le medie di San Damaso, anziché con le Ferraris”. Garagnani ha inoltre insistito sulle ricadute negative in termini di continuità pedagogica. Stefano Rimini ha invece rimarcato l’ampia partecipazione delle scuole e della Commissione consiliare all’elaborazione del piano. “Il taglio non fa bene alla scuola, né alla città – ha commentato – ma va fatto e non poteva forse essere fatto diversamente. Vedo anch’io i limiti delle soluzioni adottate, ma accolgo positivamente la proposta di valutare e ritoccare poi quanto stabilito ora”.

Federico Ricci di Sinistra per Modena, ha anticipato il voto contrario chiedendosi “perché Modena, dove per quanto riguarda le politiche scolastiche, l’attuale Amministrazione ha operato bene, in qualità ed economia, deve pagare per le scelte scellerate di altri”. Ricci ha lamentato che “la scuola di domani sia disegnata all’interno di un perimetro prima di tutto economico e solo dopo pedagogico”.

Per il Pdl, Gian Carlo Pellacani ha riconosciuto le difficoltà dell’operazione, ma ha definito “gli istituti comprensivi un obiettivo ineludibile che non va considerato solo dal punto di vista del risparmio economico”, perché la continuità, a suo parere creerà benefici per gli studenti. “L’unico rammarico è che non si sia intervenuti prima”, ha detto Pellacani, suggerendo di elaborare un piano di edilizia scolastica per i prossimi anni. Michele Barcaiuolo durante le dichiarazioni di voto, nell’esprimere la posizione favorevole del gruppo, ha ricordato invece che “la riorganizzazione riguarda solo aspetti amministrativi e burocratici, non educativi e pedagogici, che dipendono invece dalla volontà dei docenti”.

Anche Sergio Celloni di Mpa si è espresso a favore della delibera e si è detto d’accordo con l’ipotesi “di lavorare ad un piano di edilizia scolastica e ad uno di più ampio respiro, che tenga conto anche dell’incremento del numero di alunni immigrati nelle classi e della necessità d’integrazione”. Ha, inoltre, sottolineato l’importanza dell’impegno pedagogico dei docenti, senza ricondurre tutto ad un discorso di costi economici.

Stefano Barberini della Lega nord ha soprattutto sottolineato “il ritardo con cui si arriva agli Istituti comprensivi”. Ha parlato “di cattiva gestione da parte dell’Amministrazione comunale” precisando: “Non me la sento di votare contro perché la direzione da seguire è quella degli Istituti comprensivi, ma nemmeno voterò a favore, considerato il ritardo con cui si agisce, quindi mi asterrò”.

In sede di dichiarazioni di voto, Davide Torrini dell’Udc ha insistito sulla necessità “di fare scelte coraggiose per ridurre le spese, come quelle a cui ha lavorato l’assessore all’Istruzione” e si è chiesto “chi dovrebbe razionalizzare sulla scuola, se non una città di pianura con una buona mobilità”. Torrini ha aggiunto di essere favorevole anche alla possibilità di 10 Istituti comprensivi, che avrebbe comportato maggiori difficoltà soprattutto per i dipendenti, “quindi – ha osservato – l’attuale riorganizzazione è già un indietreggiare rispetto a quanto si poteva fare”.

Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it ha detto di essere pienamente d’accordo con l’intervento di Pellacani e si è espresso a favore della delibera preannunciando interrogazioni periodiche per verificare l’attuazione del piano.

Infine, anche Nicola Rossi, capogruppo di Lega moderna, ha annunciato voto favorevole riservandosi di tenere monitorato il percorso e anticipando, più in generale, che “su queste tematiche l’atteggiamento del nuovo gruppo sarà aperto e di volta in volta valuterà il da farsi”.