“Non è stato tradito nessun impegno”. Con queste parole il sindaco di Nonantola Pier Paolo Borsari risponde al Comitato Ambiente e Salute, cercando di fare chiarezza in merito all’inceneritore. “Che la scelta del Comitato Ambiente e Salute in questi anni sia stata solo quella di opporsi all’inceneritore è comprensibile, ma come Comune abbiamo avuto una posizione chiara e non si può dire diversamente. Ribadisco ancora una volta che non è stato oggi autorizzato nessun ampliamento, perché la previsione di 240.000 tonnellate è quella contenuta fin dal 2005 nella programmazione provinciale, come il comitato ben sa, avendo in questi anni fatto più volte ricorso contro questa scelta di pianificazione sui rifiuti. Il Comune di Nonantola è stato chiamato insieme alle altre amministrazioni comunali a valutare un progetto di completo rifacimento della linea rimasta dopo lo smantellamento delle linee più vecchie e la messa in funzione della linea da 180.000 tonnellate operata nel 2010 e lo scorso giugno il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno cercando di impostare una riflessione che non si limitasse a prendere atto dell’intervento sull’inceneritore, ma che indicasse alcune considerazioni e obiettivi che come Comune si ritiene debbano essere perseguite.”

“A nostro giudizio” – continua Borsari – “occorre investire di più in termini di azioni e regole per aumentare l’efficacia delle nuove strategie di raccolta e recupero di materia da rifiuti accelerando il traguardo degli obiettivi di raccolta differenziata. Il ruolo dell’impianto di incenerimento è ritenuto strategico al sistema di gestione provinciale dei rifiuti, come forma di salvaguardia dell’autosufficienza provinciale nella gestione del ciclo dei rifiuti, ma residuale ovvero in funzione subordinata e non sussidiaria al recupero di materia. Per questo motivo si è ritenuto che si dovesse salvaguardare una limitazione quantitativa alla quota di rifiuti speciali che quell’impianto può bruciare rispetto alla richiesta del gestore di superare tale limitazione e pertanto si proponeva il mantenimento del tetto dei rifiuti speciali a 30mila tonnellate l’anno, puntando a lavorare per il superamento del 65% di raccolta differenziata prodotta in tutti i Comuni della Provincia. La posizione del Comune di Nonantola in quell’ordine del giorno non era contraria pregiudizialmente all’inceneritore perché in tutti i modi, stiamo parlando di impianti di trattamento dei rifiuti largamente adottati nelle realtà europee più evolute, in cui vengono fissate, attraverso le migliori tecniche e pratiche gestionali disponibili, le prestazioni ambientali e, di conseguenza, sanitarie, da rispettare e verificare in maniera puntuale e meticolosa. Si è però allo stesso tempo consapevoli della sensibilità crescente e diffusa tra i nostri cittadini sull’impatto che questi impianti hanno, che non si vogliono né minimizzare né enfatizzare, ma legare a dati e misurazioni scrupolose e fondate, e a una costante, trasparente e chiara modalità di comunicazione degli stessi. Va chiarito che l’azione portata avanti in questi anni anche dal Comune di Nonantola ha fatto si che l’impianto di Modena non solo rispetta i limiti alle emissioni stabiliti in sede europea, ma anche quelli ben più restrittivi e diversificati stabiliti dalla Provincia nell’Autorizzazione Integrata Ambientale, limiti che tengono nel debito conto le caratteristiche del territorio che ospita l’impianto. L’autorizzazione data per il completo rifacimento della cosiddetta linea 3 (di fatto la seconda) anziché la sua sola manutenzione straordinaria, non comporta alcuna modifica peggiorativa, anzi esattamente il contrario in quanto vengono ulteriormente aggiornati gli apparati depurativi e conseguentemente ridotti gli stessi limiti alle emissioni, sia in ordine ai limiti da non superare, sia rispetto alle quantità complessive di inquinanti che quell’impianto può emettere. La posizione portata e sostenuta dal Comune di Nonantola al confronto con le altre amministrazioni pubbliche coinvolte, ha permesso di aprire un dibattito importante sia sul mantenimento di un limite in autorizzazione che sulle riflessioni da proseguire nei prossimi mesi nella definizione del prossimo PPGR che sarà argomento di discussione nel 2012. Vorrei sottolineare subito che il limite sui rifiuti speciali, che a differenza di quelli urbani non sono soggetti per la vigente legislazione ad alcun vincolo di provenienza, è stato confermato nella soglia delle 30.000 tonnellate, escludendo la categoria dei sovvalli che sono una categoria di rifiuti speciali prodotti dalla lavorazione di rifiuti urbani prima del loro invio allo smaltimento o al riuso come materiale. Si è ritenuto di condividere questa scelta perchè i sovvalli sono originati dal trattamento dei rifiuti urbani sul territorio modenese ed oggi sono inviati principalmente nelle discariche. I rifiuti speciali sono tutti quelli prodotti da quei soggetti non riconducibili alle singole utenze domestiche, e sono ricompresi dentro questa categoria rifiuti molto diversi tra di loro che nell’autorizzazione sono stati attentamente selezionati anche in base alla loro tipologia e natura.” – ha concluso Borsari.