(Adnkronos/Ign) – La Camera ha dato la fiducia al governo guidato da Mario Monti con 556 sì e 61 no.”Abbiamo avuto un appoggio in termini fiducia molto molto ampio, ma questo era atteso – ha commentato poco dopo il presidente del Consiglio in conferenza stampa. “Quello che dal mio punto di vista era inatteso e’ stata l’intensita’ del dibattito come ricchezza di contributo sia nei contenuti che nella prosprettiva politica”.

Inatteso anche “nella percezione spesso dichiarata di un clima nuovo o di inizio di un clima nuovo per quanto riguarda il dialogo forze politiche”, ha sottolineato Monti.Il premier ha poi assicurato che non c’e’ nessuna volonta’ degli esponenti del governo Monti “di cogliere l’occasione per mostrare una presunta superiorita’ dei tecnici rispetto a politici, ma ci accingiamo ad operare con grande umilta’ e consapevoli che nulla faremo senza l’appoggio e la fiducia del Parlamento”. “Il governo che e’ nato ha certamente una missione di gestione, speriamo incisiva e efficace dell’emergenza economica, finanziaria e sociale e di avvio della accelerazione, speriamo forte, sul piano della crescita economica” ha aggiunto Monti -. Ma il nuovo governo, ha sottolineato ha “anche la funzione di aiutare le forze politiche a trovare una forma di almeno temporaneo disarmo reciporoco”.

Il nuovo esecutivo però nasce anche in un momento in cui fuori dai palazzi della politica c’è un profondo malcontento, aggravato dalla crisi economica. “Quello che c’e’ fuori – ha detto Monti in conferenza stampa – dipende anche da quello che in tanti e tanti anni in passato, non mi riferisco a passato recente, non e’ stato fatto nelle aule” del Parlamento. Un malcontento al quale il professore ha assicurato che “presteremo grande attenzione. Sono convinto – ha aggiunto – che quel che si fara’ in queste due aule, su sollecitazione del governo e che spiegheremo al paese, predisponga l’opinione pubblica ad avere maggiore fiducia. Se saremo in grado…”.

Sui provvedimenti che l’esecutivo intende varare Monti non scende in dettagli. Il professore però ha ribadito la ‘linea’: “Faremo in modo che gli sforzi da fare, si tratti di fiscalita’, misure di ammodernamento o rinuncia ai privilegi”, vengano richiesti a partire da “quelle categorie che finora meno hanno dato”.”Sia con le forze politiche che con quelle sociali cerchero’ di avere il piu’ ampio consenso possibile” ha assicurato Monti. “E’ mia e nostra convinzione che”, in casi di particolare urgenza, “si possa andare anche senza avere acquisito un consenso preventivo”. Ma questo si fara’ solo se “necessario” altrimenti si cerchera’ il confronto con le forze sociali e politiche.E’ ovvio, aggiunge Monti, che “per quanto riguarda i provvedimenti del governo e’ indispensabile il consenso del Parlamento. Quello delle parti sociali si fara’ il possibile perche’ ci sia”. Nell’incontro, durante le consultazioni, Monti ha ricordato di aver ottenuto garanzie di disponibilita’ ma quando si va nel merito dei provvedimenti, ha osservato il premier, “e’ inevitabile che le distanze aumentino”.

Quanto all’ipotesi di procedere con decreti legge o disegni di legge il premier ha spiegato: ”Questo dipende dalla natura dello specifico provvedimento e dalla tempistica necessaria”. In base alla sua passata esperienza, pero’, il presidente del Consiglio ha ammesso che le misure hanno ”una maggiore probabilita’ politica di essere accettate se sono presentate in forma di pacchetto organico, che comporti una partecipazione al da farsi, magari anche in forma di sacrifici”.Il presidente del Consiglio anche nel suo discorso a Montecitorio prima del voto ha ribadito il ruolo a temine del suo governo.”Qualcuno mi ha detto: scusi se la chiamo professore. Vi prego, continuate pure a farlo. Un altro mio titolo, quello di presidente del Consiglio, durerà poco. Quindi, come diceva un eminente predecessore, Spadolini, i presidenti passano, i professori restano”.”Quello che non avrei accettato, e pochi hanno chiesto – ha detto Monti – e’ di accingermi a un compito cosi’ impegnativo per un termine temporale prefissato, inferiore a quello gia’ piuttosto breve da qui alla fine della legislatura”. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che il governo durerà “fino a quando il Parlamento ci accorderà la fiducia, non un minuto di più”. Con chiarezza ha spiegato: ”E’ mia intenzione proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni”. “Non vi chiediamo una fiducia cieca. Non cieca, vigilante -dice Monti-. Se noi faremo un buon lavoro, nel darci o ritirarci la fiducia dovrete tenerne conto per la fiducia dei cittadini in voi”.Poi ha aggiunto: “Troppo facilmente la società civile punta il dito contro la classe poltiica, di questo sono indignato”. Ma ora bisogna abituarsi “a trovare meno facilmente le responsabilità altrui per guardare in noi stessi”.

Il presidente del Consiglio ha fatto sapere che a breve vedrà Angela Merkel e Nicolas Sarkozy “per avere permanentemente il contributo dell’Italia nella soluzione dei problemi dell’Euro”. Un “incontro informale”, un “incontro a tre”, senza un “ordine del giorno”, ha sottolineato Monti. “Mi e’ stato chiesto dai due colleghi, dovro’ abituarmi a dire cosi’, di dare un contributo di idee oltre che di partecipare alla discussione che avremo a Strasburgo”. Quindi, “mi e’ difficile di che cosa esattamente si parlera’” ma certamente di cose “molto rilevanti per il comportamento dell’Eurozona”. In Aula, dopo venti minuti di intervento, spesso scandito dall’applauso convinto dell’Aula, il presidente del Consiglio ha puntato i piedi sulla questione del conflitto d’interessi: parlare di un governo condizionato “da poteri forti” o da “un conflitto di interessi” è “offensivo”. “A dire il vero mi pare di poter sostenere che in Italia non esistono poteri forti…” ha concluso Monti.