L’evasione fiscale e contributiva è un macigno nazionale che schiaccia economia ed equità sociale e che pesa per 130 miliardi ogni anno o, se si vuole, per 14,5 milioni di euro ogni ora che passa . In un’ora e un quarto, si evade quanto l’intero taglio che subirà il bilancio 2012 del Comune di Modena.
Il Patto antievasione tra Comuni e Fisco ha registrato un passo significativo con il Protocollo fra Agenzia delle Entrate ed Anci (Associazione dei Comuni) dello scorso anno.
Anche la Cgil ne ha immediatamente colto le concrete potenzialità ed in ogni territorio ha sollecitato i Sindaci per l’adesione al Patto, allo scopo evidente di attivare un efficace sistema di controlli e segnalazioni antievasione.
I risultati non si sono fatti attendere.
Centinaia e centinaia di Comuni si sono attivati, con migliaia di “segnalazioni qualificate” all’Agenzia delle Entrate, con conseguenti verifiche, contestazioni di addebito e riscossione di cospicue somme così recuperate dall’enorme bacino dell’evasione.
Ai bilanci sofferenti dei comuni, andrà un “ristorno” delle somme così recuperate, in una quota crescente che è passata dal 30% al 50% con l’introduzione del federalismo municipale, al 100% per il prossimo triennio, alla tassativa condizione, però, che da parte dei Comuni siano istituiti i Consigli Tributari.
Come Cgil segnaliamo alcune criticità in merito e problemi tuttora aperti.
In primo luogo, denunciamo la notevole differenziazione regionale e territoriale nell’adesione dei Comuni al Patto antievasione col Fisco.
Nonostante la retorica ed i fiumi di parole contro l’evasione, sono scarsissime le adesioni in tutte le regioni del Sud e del Centro. Ma anche in quelle “nordiste”! Sull’intera base nazionale, ben l’87% dei risultati antievasione va ai Comuni dell’Emilia Romagna, mentre molto indietro si trovano regioni molto esposte al fenomeno, quali Lombardia e Veneto.
Nonostante il primato emiliano, anche nella nostra regione sono ancora 90 i Comuni che mancano all’adesione del Patto e 9 nella provincia di Modena: praticamente l’intera fascia dei piccoli comuni della montagna. E’ un ritardo che va rapidamente colmato.
In secondo luogo preoccupano le difficoltà operative, dovute sopratutto alla carenza di personale e risorse, dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni.
Fatto sta che, nella sola Emilia-Romagna e per i primi sei mesi 2011, sulle 10.963 “segnalazioni” inoltrate dai nostri municipi alla Agenzia delle Entrate solamente 1.835 – il 16% – sono state “accertate/lavorate”, trascurando o rinviando così il grosso delle segnalazioni pervenute.
La carenza ormai strutturale di risorse a causa dei tagli, incide sulla reale costituzione – presso i Comuni singoli o associati – di strutture dedicate, con personale adeguatamente formato e la messa in rete dei tanti dati ormai disponibili e capaci di incrociare le diverse e fantasiose cause di evasione fiscale, tributaria e contributiva.
La terza e più urgente preoccupazione riguarda la costituzione dei Consigli Tributari presso i Comuni o loro Associazioni/Unioni.
L’ultimo decreto del Ministro Tremonti subordina tassativamente alla loro costituzione – entro il 31 dicembre 2011 – l’erogazione ai Comuni del 100% delle quote di evasione recuperata e, domani, il successivo gettito derivante dalla cosiddetta “Robin tax”.
Pochi sono i Comuni emiliano romagnoli che finora hanno riattivato i vecchi Consigli Tributari. Analogo, è il quadro per quanto riguarda gli enti locali modenesi.
Si tratta di fare presto nell’assumere queste delibere di istituzione, nell’interesse della collettività e della battaglia contro le evasioni.
Stranamente, ove si è proceduto, come ad esempio al Comune di Pavullo, le minoranze consiliari votano contro!!
L’appello e la pressione che il Sindacato rivolgerà a tutti i Sindaci ed ai Prefetti, sarà mirata a sollecitare ogni sforzo per combattere un fenomeno così diffuso e per istituire con urgenza i Consigli Tributari entro il corrente anno.
(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)