Uno studio sulla qualità della vita dei pazienti sottoposti a cure oncologiche della Struttura Complessa di Ematologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena al centro dell’incontro che si tiene domani, sabato 1 ottobre 2011, presso l’Aula Magna del Centro Didattico Interdipartimentale dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (Policlinico di Modena, via del Pozzo) a partire dalle ore 9,30. L’incontro ha, infatti, come oggetto La ricerca in cure palliative in Ematologia ed è organizzato dal Master Universitario di I Livello Interaziendale in Cure Palliative e Terapia del Dolore: multidisciplinarietà e continuità assistenziale in onco-ematologi della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Scopo dell’incontro, rivolto principalmente agli Ematologi, è presentare il progetto – recentemente approvato tra quelli che verranno finanziati nell’ambito dei progetti di ricerca Regione-Università per il Governo Clinico nel triennio 2010-2012 – che mira a sperimentale gli effetti benefici di un approccio multidisciplinare al paziente oncologico e onco-ematologico che affianchi alla terapia farmacologica e chirurgica anche gli aspetti psicologici e di terapia del dolore, sulla qualità della vita e sulla stessa efficacia della cura e che vede coinvolta, oltre all’Ematologia, la Struttura Complessa di Oncologia diretta dal prof. Pier Franco Conte.

Il Convegno verrà aperto alle ore 9,30 dall’intervento della dottoressa Elena Marri, Responsabile del programma regionale Rete Hospice di cure palliative e terapia del dolore, Regione Emilia Romagna che si occuperà del Ruolo nella ricerca delle Cure Pallaitive e terapia del dolore. Alle 10,00 sarà la volta del prof. Mario Luppi, direttore della Struttura Complessa di Ematologia del Policlinico che tratterà la Valutazione dell’efficacia di un intervento precoce di medicina palliativa in pazienti con cancro in diversi stadi della malattia”.

Dalle 11,15 alle 12,15 si terrà la Tavola Rotonda Il ruolo dell’Ematologia nazionale nella ricerca in Cure Pal-liative con il prof. Sergio Amadori, past President della Società Italiana di Ematologia (SIE), Direttore UOC di Ematologia, Policlinico Tor Vergata, Università Tor Vergata, Roma e il prof. Fabrizio Pane, Presidente della Società Italiana di Ematologia (SIE), Direttore Emato-logia AOU Federico II, Napoli

“Il nostro progetto – ha spiegato il prof. Mario Luppi, direttore della Struttura Complessa di Ematologia del Policlinico e capofila del progetto – parte da un’esperienza pubblicata recentemente sul New England Journal of Medicine dagli oncologi di quattro Università America-ne. Si tratta confrontare una modalità di terapia tradizionale, basata su protocolli chemiote-rapeutici e/o trapiantologici standard (“usual care”), con una modalità di cura in cui la “usual care” è integrata, sin dalla diagnosi di malattia, da un intervento precoce e ben articolato di medicina palliativa e di supporto (“early palliative/supportive care”) in cui l’onco-ematologo è affiancato, nella quotidianità dell’assistenza ai pazienti, da un gruppo multidisciplinare, costi-tuito da un medico specialista in onco-ematologia e da un infermiere, entrambi con specifi-che competenze in medicina palliativa e da uno psicologo, capaci di identificare precoce-mente, prevenire o curare i sintomi fisici, come il dolore, e la sofferenza psicologica dei nostri pazienti, realizzando una collaborazione stretta anche con le loro famiglie. Gli ematologi e gli oncologi del Policlinico sono convinti che al termine di questo studio, che durerà due anni, si riuscirà a dimostrare come i pazienti trattati con la modalità integrata di “early palliative/supportive care”, avranno avuto un giovamento non solo sulla qualità della vita ma anche sulla risposta alle cure.

“Si tratta in un certo senso – ha concluso Luppi – di recuperare il <<tempo>>, che il medico può e deve mettere a disposizione nel rapporto col paziente e quindi di avere una visione più profonda e completa dei bisogni del paziente e della valuta-zione dell’ efficacia delle cure. La medicina palliativa oggi deve essere rivolta non solo al paziente nella fase del fine vita ma al paziente immediatamente dopo la diagnosi di tumore, ac-compagnandolo in tutte le successive fasi di malattia attiva. In questo modo la medicina palliativa potrà diventare il cosiddetto quarto pilastro della cura dei pazienti onco-ematologici, aggiungendosi, alla ematologia clinica ed oncologia medica, alla radioterapia ed alla chirurgia”.

Se le conclusioni dello studio italiano confermeranno l’esperienza statunitense, allora si potrà ragionare su un aggiornamento dei protocolli di cura che tenga conto anche di questo approccio, con una potenziale rivoluzione dell’approccio organizzativo al malato onco-ematologico.

Lo studio del Policlinico, coinvolgerà, anche la Infrastruttura per la ricerca diretta dal Dr Gio-vanni Apolone, l’Azienda Ospedaliera e l’Azienda USL di Reggio Emilia, oltre alle Ematologie di Bologna, Ferrara, Piacenza, Ravenna e Rimini e Reggio Emilia. Per il Policlinico di Mo-dena lo studio coinvolgerà la Struttura Complessa di Ematologia per le leucemie acu-te, la Struttura Complessa di Oncologia, diretta dal prof. PierFranco Conte e l’Osservazione Breve Onco-Ematologica per alcuni tumori del polmone non a piccole cellule e del pancreas. Lo studio prevederà la collaborazione con un “team” di esperti e-sterni nazionali, tra cui il Prof. Carlo Adolfo Porro, Neurofisiologo, Presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Università di Modena e Reggio Emilia, e la dott.ssa Elena Bandieri, Responsabile Modulo Cure Palliative Azienda Usl Modena ed un Advisory Board Internazionale, tra cui spicca il nome del Prof. E. Bruera, MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas, USA, con cui la Ematologia del Policlinico, sta attivamente collaborando.

“Questo approccio – ha commentato il dottor Stefano Cencetti, Direttore generale del Policlinico – è molto interessante perché non interviene sulla ricerca farmacologica ma su quella organizzativa e quindi è un importante punto di incontro tra le esigenze gestionali di un’Azienda Sanitaria e quelle di ricerca scientifica di una struttura complessa ospedaliero – universitaria. L’Onco-Ematologia del Policlinico di Modena mette già a disposizione dei propri pazienti i farmaci migliori dal punto di vista dell’appropriatezza. Qui lo sforzo che si cerca di fare è quello di mettere a disposizione del paziente anche il meglio dal punto di vista dell’umanizzazione, convinti che essa sia un’arma fondamentale nella cura non solo del paziente terminale ma anche di quello che ha speranze concrete di guarigione”.