Un’estate con tanto sole e pochissima pioggia. Il risulato e’ una vendemmia che in Emilia Romagna promette vini di buona qualita’ ma con una volume di produzione che risulta in calo medio del 15%. A fare da controaltare pero’ e’ un export che nel 2011 vola segnando un +28% nei soli primi 3 mesi dell’anno.
Non a caso la Cia Emilia Romagna parla di “annata eccezionale” ma al contempo apre il fronte di trattativa sui prezzi, specie considerando che le cantine della Regione sono vuote, in particolare per i bianchi. Insomma, l’associazione chiede che il mercato si adegui ad una fase caratterizzata da vini di pregio e riserve ai minimi storici.
A trainare il successo del vino emiliano-romagnolo all’estero sono stati soprattutto i lambruschi, con il Doc di Modena esportato per il 45% della produzione e l ‘Igt Emilia, tipologia Lambrusco, per il 70%. Colpa anche della crisi economica, la domanda interna resta, invece, timida. Se nel primo trimestre dell’anno il valore dell’export regionale e’ aumentato da 53 a 68 milioni di euro, il dato medio delle regioni del nord Italia si e’ attestato infatti attorno al 17,5%.
“Questi risultati – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, parlando della buona performance oltre confine – si spiegano con la capacita’ organizzativa e commerciale, ma anche e soprattutto con il grande salto qualitativo compiuto”. Nella sola provincia di Modena, infatti, le vigne dedicate al Lambrusco Doc sono passate dal 20% del totale dei vigneti del 2001 al 43% del 2010. Da sottolineare anche l’exploit commerciale del Pignoletto frizzante e classico, e la riconferma delle ottime prestazioni dei vini piacentini.
“Un impegno, quello dei nostri vitivinicoltori che e’ stato sostenuto anche dalla Regione – ha ricordato Rabboni – come testimoniano i circa 35 milioni di euro erogati dal nostro Programma di sviluppo rurale e dai fondi europei dell’Ocm vino che negli ultimi anni hanno promosso un significativo ammodernamento con oltre 3 mila ettari di vecchi vigneti estirpati ed altrettanti riconvertiti e ristrutturati”.
In particolare, per la promozione nei Paesi terzi si e’ utilizzato un budget regionale di 3,2 milioni di euro, con azioni mirate ai mercati di Usa, Canada, Cina, Giappone, Sud est asiatico, Brasile, Medio Oriente, Ex Urss, India, Australia, Corea del Sud, Messico e altri paesi dell’America Latina. E per il prossimo anno, ha anticipato l’assessore, l’Ocm vino mettera’ a disposizione del comparto regionale “circa 28,5 milioni di euro”.
Zoomando sulla vendemmia 2011, provincia per provincia, nella zona dei Colli bolognesi la raccolta e’ terminata con una diminuzione delle rese di circa il 20% rispetto allo scorso anno.
Nel reggiano, dove la vendemmia dei bianchi e’ stata completata e sta ora per concludersi quella dei rossi, la produzione e’ molto differenziata da zona a zona a causa del clima secco. Ma le previsioni parlano gia’ di una riduzione della produzione pari a circa un 10-12%.
Lo stato sanitario delle uve e’ pero’ ottimo e il grado zuccherino e’ di circa un grado e mezzo in piu’ rispetto al 2010.
Anche nel modenese le prime stime parlando di circa 1,4 milioni di quintali prodotti, con una contruzione dei volumi che va dal 10 al 15% sia per il Lambrusco, sia per le uve a bacca bianca della zona di Castelfranco Emilia.
Vendemmia ormai conclusa, inoltre, in tutta la zona Doc Colli di Parma, con uva arrivata alle cantine in condizioni ottimali. In provincia di Piacenza, infine, sono stati i rossi, in particolare il Barbera, ad aver patito per l’andamento climatico caldo e secco. Anche in questo caso qualita’ si preannuncia buona mentre la produzione inferiore alla media.
Ad appuntare la medaglia sul petto dei viticoltori emiliano romagnoli sono anche gli esperti del settore. Nella Guida 2012 del Gambero Rosso sono, infatti, 15 i vini premiati con tre bicchieri, due in piu’ del 2011.
Nello specifico, 10 sono romagnoli, di cui 9 Sangiovesi e un Albana. “Questa – ha sottolineato Rabboni – sara’ anche la vendemmia che potra’ essere imbottigliata con il nuovo marchio Doc Romagna. A giorni, infatti, ci sara’ la firma del decreto che autorizzera’ ai vini del territorio romagnolo di presentarsi con un unico logo che permettera’ una comunicazione piu’ efficace sui mercati internazionali”.
Ma quest’anno le cantine partono con giacenze ridotte ai minimi storici. I prezzi del vino, quindi, sono destinati ad un trend al rialzo rispetto al 2010, in particolare per le uve bianche.
Quella attuale e’ un “annata eccezionale con uve di qualita’ che consentiranno una vinificazione tale da ottenere vini di pregio: i produttori attendono quindi il giusto riconoscimento del loro lavoro ed i prezzi devono essere adeguati alla qualita’ del raccolto”.
L’appello e’ della Cia dell’Emilia Romagna che mette le mani avanti chiedendo che le quotazioni delle uve e dei vini non deludano le aspettative “perche’ tutti i requisiti qualitativi dell’uva sono soddisfatti”.
La richiesta dell’associazione di categoria e’ insomma che restino fuori “fattori esterni, spesso solo speculativi, che poco hanno a che fare con una equa remunerazione di un bene di qualita’ come quello di quest’anno”.