Mancano pochi giorni alla “Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli” che il 25 settembre vedrà sfilare migliaia e migliaia di persone da Perugia ad Assisi. La Marcia della pace, ideata da Aldo Capitini esattamente 50 anni fa è un’azione politica. E’ un’azione nonviolenta. Il Movimento Nonviolento ha convocato questa Marcia nel cinquantesimo anniversario della prima, voluta ed organizzata da Capitini nel 1961, come risposta popolare alla folle corsa agli armamenti in un’Europa divisa fra Est ed Ovest. Nei cinquant’anni che ci separano da quella Marcia, pur con la conclusione della “guerra fredda”, le spese per gli armamenti sono incredibilmente lievitate, portando gli investimenti militari a diventare, di gran lunga, il primo spreco pubblico nel bilancio di uno Stato che, invece, sottrae continuamente risorse alle “spese di pace” (sanità, scuola, cultura, servizi sociali, ricerca, servizio civile, ecc.).
Ci sono, oggi, ancora più ragioni di cinquant’anni fa per marciare in maniera consapevole e determinata affinché, percorrendo i 24 chilometri che da Perugia portano ad Assisi, il popolo della pace torni ad essere un soggetto autonomo ed indipendente capace di aiutare il Paese ad uscire dalla grave crisi sociale, politica, economica, morale nella quale è precipitato.
Protagonisti della Marcia saranno, ancora una volta, i giovani. Il progetto “1000 giovani per la pace” è uno strumento per consentire ai giovani di essere protagonisti di una grande iniziativa di pace. Un’occasione unica per vivere un’esperienza straordinaria, per incontrare altri giovani, per confrontarsi e per progettare insieme nuovi percorsi di pace. E’ questa una straordinaria occasione per riaffermare il protagonismo dei giovani, il loro bisogno e il loro sogno di un mondo più giusto, di un’Italia che si riappropri dello spirito della Costituzione repubblicana in un’Europa solidale che è urgente rilanciare.
La Marcia segnerà anche il culmine dell’Anno dei valori (avviato il 21 settembre 2010) e dei tanti percorsi educativi che si stanno realizzando in tante città. Un ruolo particolarmente importante sarà svolto dagli studenti e dagli insegnanti che hanno aderito al programma “La mia scuola per la pace” e al progetto “Ogni scuola un grande Laboratorio dei Valori”. Le scuole e le classi partecipanti ri-animeranno i sette valori costituzionali della nonviolenza, della giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani, della responsabilità e della speranza. I 24 chilometri del percorso da Perugia ad Assisi assumeranno dunque l’aspetto di una lunghissima “aula didattica” che ciascuno potrà percorrere, in tutto o in parte, raccogliendo idee, proposte e riflessioni utili.
Le città sono i luoghi dove i cittadini vivono e si impegnano a cercare le risposte più concrete alle tante crisi che stiamo vivendo. E’ quindi da ciascuna città che deve prendere vita l’impegno per la pace.
Il 50° della Perugia-Assisi e la Marcia del 25 settembre 2011 sono dunque l’occasione per ripensare e riprogettare l’impegno per la pace in ciascuna delle nostre città.
Un compito speciale spetta a tutte le istituzioni, a partire dalle Regioni, che hanno la responsabilità di dare voce alla domanda di pace e di giustizia dei propri cittadini, di promuovere il rispetto dei diritti fondamentali di ciascuno e di proteggere le persone più deboli e vulnerabili.
La partecipazione alla Marcia dei gonfaloni, di sindaci, presidenti di provincia e di regione, assessori e consiglieri deve essere parte dell’impegno quotidiano a costruire le città della pace e dei diritti umani, nell’incontro tra culture. La celebrazione di questa straordinaria ricorrenza, il 50° anniversario della Marcia per la pace Perugia-Assisi, consentirà di partecipare in modo originale alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia con un contributo di riflessioni sugli ultimi cinquant’anni, nonché di promuovere la conoscenza di quel grande italiano con il cuore aperto al mondo che è Aldo Capitini, il quale affermava
“per noi essere ‘pacifici’ non significa accettare la realtà com’è, la società com’è, per amore del quieto vivere e in nome di fraternità o rassegnazioni male intese. Per noi volere la pace è scegliere consapevolmente un metodo di lotta, di contrasto, di superamento, che è il metodo nonviolento”.
(Thomas Casadei, Consigliere regionale, rappresentante dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna alla Marcia Perugia-Assisi 2011)