“Soddisfatto per i risultati ottenuti, rimango perplesso sui costi. Per questo continuerò a vigilare su quanto costeranno agli emiliano romagnoli queste tre figure. Non vorrei che alla fine la legge approvata sia solo bandiera utile da far sventolare di fronte ai propri suppoter”.

Così il Consigliere regionale del PDL Andrea Leoni, autore di dieci emendamenti, sottoscritti dai colleghi del gruppo, dei quali sei sono stati accolti, in merito al progetto di legge del Difensore civico regionale, del Garante regionale per l’infanzia e del Garante per i detenuti negli Istituti penitenziari della Regione, approvato nella seduta odierna dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna.

“Grazie agli emendamenti presentati abbiamo ottenuto maggiori garanzie sulle modalità di voto di elezione. In più, sempre grazie alle nostre proposte, non sarà possibile essere rieletti. Una norma che garantisce una maggiore libertà di giudizio per chi svolge questi delicati ruoli, se non c’è l’incognita di dover ottenere un secondo mandato.

Deluso invece per gli emendamenti bocciati che chiedevano una drastica riduzione delle indennità del Difensore e dei Garanti. Mi aspettavo un atteggiamento diverso dalla maggioranza di sinistra che sostiene la Giunta Errani. In un momento di crisi come questo bisogna valutare con grande attenzione ogni incremento strutturale delle spese. Non vorrei dovermi trovare davanti, in futuro, ad un aumento dei costi per il funzionamento di questi istituti, per gli uffici, per le pubblicazioni, per la convegnistica, per le trasferte e per le missioni. Gli amministratori della Regione Emilia Romagna tentano di accreditarsi in giro per l’Italia come un modello di virtù. Mi auguro che questa scelta non sia in controtendenza e che invece alla fine vada a pesare sulle tasche dei cittadini. Sarebbe assolutamente inaccettabile. C’è da registrare infine che per quanto riguarda il Garante dei detenuti la maggioranza di sinistra ha voluto ingerirsi in settori come quello dei CIE, che nella nostra Regione sono a Bologna e a Modena, che sono di esclusiva competenza statale. E’ stata una scelta grave. Da sempre le forze di sinistra sono in ‘guerra’ con questi luoghi che servono per identificare ed espellere chi non ha il diritto di stare nel nostro Paese. Ricordiamo la sciagurata legge regionale Borghi-Masella, partorita solo per tentare di attenuare gli effetti della legge nazionale Bossi-Fini. Purtroppo, il viziaccio di utilizzare norme e istituti regionali per contrastare leggi dello Stato quando al Governo c’è qualcuno che ha un colore diverso è evidentemente duro a morire”.